Libri: da Laterza il 4 marzo Simonetti dialogherà “con decenza parlando… di intestino, cervello e dintorni” in compagnia di Patruno e Schittulli
LIVALCA - Mentre procedevo nella lettura dell’ultimo volume del professore
Nicola Simonetti “con decenza parlando … di intestino, cervello e dintorni”
(ADDA Bari, 2025, pp. 154, € 15.00) mi tornava in mente una frase che
ripeteva spesso il noto giornalista Aurelio Papandrea - direttore di giornali
sportivi come ‘Settegiorni’ e il ‘Galletto’ - quando alcuni collaboratori
restavano ‘bloccati’ alle macchine da scrivere, incapaci di procedere nella
stesura dell’articolo, “devi andare in bagno e per pudore non lo dici?”, per poi
affondare il colpo con una frase emblematica “Il pudore è una questione di
illuminazione” (fu Beppe Lopez ad attribuire la frase allo scrittore francese
Rey, rinomato per insoliti aforismi).
Ritengo di aver chiarito abbastanza il tenore dell’argomento trattato, ma per ‘illuminare’ i miei lettori riporto un passo estratto dalla breve-gustosa- piacevole-stuzzicante-sfiziosa introduzione curata dal professore Michele Mirabella: “… la scrittura affascinante di Simonetti, colto ‘uomo di mondo’ e, per giunta, medico, narra e spiega con disinvoltura ironica e ‘spudorata’ alcune funzioni e prestazioni del corpo umano. L’autore narra, ricorda, cita con garbo, competenza e maliziosa eleganza. Il corpo, segnatamente nelle sue funzioni vitali, è una meraviglia macchinosa nelle sue prodigiose prestazioni che affascinano e insegnano la lezione preziosa della cultura della salute”.
Mirabella da Bitonto - proprio colui che ha condotto sulla terza rete RAI la rubrica di medicina ELISIR, abituando gli italiani ad occuparsi di salute e benessere con rigore scientifico e leggerezza teatrale - nasce come attore e regista in quella fucina di talenti che è stato il CUT Bari: al suo attivo vanta regia di opere di Beckett, Shakespeare, Goldoni, Brecht ed anche la messa in scena di “Jarche vasce” e “Aminueamare”, ma noi in questa circostanza lo citiamo per una frase che ci rammemora che mangiare e pregare sono due momenti preziosi che non vanno sciupati, ma vissuti con paziente benevolenza: “Mangiare lentamente è una mite fonte di preghiera”.
A questo punto vi regalo un’altra chicca, riportata da Nicola, attribuita a Salvador Dalì “… chi non sa mangiare, non saprà mai dipingere…”.
Sia il prof. Simonetti che il prof. Mirabella sono grossi consumatori di carta dal momento che leggere è una loro grande passione e, come logica consequenziale, quando non leggono, scrivono libri… possibilmente di carta. Questo ci consente, riallacciandoci al tema del volume, di occuparci di carta … igienica. Nicola precisa che già nel 1300 in Cina comparve la prima carta igienica, ad esclusivo beneficio di cortigiani ed imperatore. Devono passare oltre cinque secoli per assistere alla messa a punto del prodotto da parte di Gayetty Joseph, ma solo nel 1865 viene avviata una produzione che può essere considerata di tipo industriale: quella con i rotoli parte nel 1879, mentre la ‘doppio velo’ deve aspettare ancora più di mezzo secolo e sarà l’Inghilterra a tenerla a battesimo nel 1942. Il nostro Nicola sempre alla ricerca di novità stravaganti ci comunica che l’azienda Cartemani, in provincia di Bergamo, ha prodotto nel 2006 una carta igienica di colore nero per ‘sederi di lusso’. Chi scrive sapendo di quest’azienda, fondata nel 1980 da Donato Losa e nata per produrre asciugamani di carta e materiale simile inerente il bagno, può aggiungervi che, nel 2014, è stata acquistata dalla multinazionale austriaca Hagleitner Hygiene Internationale. Nel 2005 l’azienda balzò agli onori della cronaca per aver prodotto dispenser (distributori di sapone e liquidi affini) in oro per i servizi igienici del palco reale per il Teatro alla Scala milanese.
Nel capitolo dedicato all’Ombelico vi segnalo il paragrafo denominato ‘L’alternativa’ (pagina 28) in cui Nicola ci racconta un’originale avventura che lo ha visto protagonista nel 1954 nella veste di medico-legale. Immagino di aver stimolato la curiosità del lettore che spero faccia di tutto per ‘informarsi’: in questo modo capirà come l’amico Nicola sia rimasto sempre un medico al servizio della scienza e della gente (sono del parere che non sia conveniente rivelare ‘segreti’, per cui ognuno deve arrivarci per la strada ‘maestra’).
Ora consentitemi una piacevole divagazione: nei primi anni del secolo in corso mi vennero a trovare Vinicio Aquaro e Nicola Simonetti - evento che si verificava spesso, perché Vinicio è uno scrittore che divora libri, per cui devi omaggiarlo di copie non solo per uso personale, ma anche per la sua moltitudine di amici - mentre era intento a correggere le bozze di un suo libro in uscita il professore Vito Lozito. Vinicio, che è un magnifico maestro di cerimonie, subito ricordò a Lozito che aveva apprezzato “Magia, Agiografia, Superstizione” (Levante Bari, 1999), ma si spinse oltre a ricordare “Culti e ideologia politica negli autori cristiani (IV-VIII sec.)”, per concludere magnificando “IL CORVO. Calunnie, accuse e lettere anonime nei primi secoli dell’era cristiana” (entrambi i libri sono di Levante: rispettivamente 1987 e 1996). In questo lasso di tempo Nicola, autorizzato da Vito, diede uno sguardo alle bozze del libro che all’epoca aveva il titolo “Il vizio: immagini, simboli, motti”. Il sottoscritto, dopo aver loro messo a disposizione un tavolo in un posto in cui fossero liberi di confrontarsi, tornò dopo oltre 90 minuti. Non ho mai visto Vito Lozito più felice, tanto che mi sollecitò a regalare altre copie dei suoi libri a Vinicio, e fu disponibile a spiegare ogni ‘cavillo’ ai suoi interlocutori. Ritengo che l’incontro sia avvenuto nell’estate del 2002, perché il libro è stato pubblicato nel gennaio dell’anno successivo con il titolo “Alla radice del vizio. Immagini, Simboli, Motti” (Levante Bari, 2003). Vito Lozito ha intrapreso la strada del non ritorno nel 2004, ma sarà stato ‘lieto’ (in maniera contenuta!) consultando nell’immensa biblioteca aggiornata ‘minuto per minuto’ (caro Sandro Ciotti so che la gestisci tu!) in Paradiso - solo libri di carta… quelli on line negli altri settori - l’ultima fatica editoriale di Simonetti per Adda. Giacomo carissimo, Nicola proprio nell’ultimo paragrafo del libro, quello intitolato maliziosamente “Chi ce l’ha più bello” (pag. 151), cita il libro di Vito Lozito “Alla radice del vizio” con la data 2023, mentre il volume, regolarmente depositato, è del 2003. Io, tu e gli ALTRI sappiamo, per esperienza diretta, che l’errore di stampa è quasi inevitabile, ma proprio per questo siamo figli di quella regola che recita “ … chi sa ammettere il proprio errore vale ancor più di chi lo sa evitare”, con le dovute eccezioni.
Ora provo a spiegare “Chi ce l’ha più bello”: in una gara di bellezza, ‘baldoria’, che si teneva in Grecia e riservata esclusivamente alle donne durante le feste chiamate Adonie (feste per Adone) vi fu una gara fra le cortigiane Triallide e Mirrina a chi avesse il sedere più bello: l’intero evolversi della gara viene da Lozito riferito integralmente a pagina 161 del suo testo, Nicola riporta una parte e, in una prossima ristampa, conviene sostituire la parola ‘efferatezza’ con l’originale ‘sfrenatezza’.
Simonetti in centocinquanta pagine ci regala una piccola enciclopedia di consigli-pareri-opinioni-suggerimenti-esortazioni, frutto di esperienza personale, ma rigorosamente su base scientifica. Poi ricordando il suo successo editoriale dello scorso anno, sempre per Adda, “Invecchiare ridendo” ci propone buonumore-allegria-gaiezza con le storie di personaggi famosi: da Graziano Ballinari a Rosy Bindi, da Anita Garibaldi a D’annunzio, da Vittorio Emanuele III a Iva Zanicchi, da Berlusconi a Gina Lollobrigida, da Marilyn Monroe a Mina; il tutto trattato con garbo-cortesia-amabilità da colui che non a caso è il leader indiscusso del ‘Gruppo amici di San Nicola in Bari’. Dimenticavo trattando di stipsi Simonetti cita il ‘coraggio’ di Filippo Tommaso Marinetti, ma io preferisco la confessione di Mao Tse-tung: “Io soffro di stitichezza per cui preferisco la vita militare … il mio intestino ha funzionato bene solo durante la battaglia con Chiang Kai-shek”.
Martedì 4 marzo, alle ore 18,30, presso la libreria Laterza Simonetti presenterà il suo libro: si sottoporrà ad un intenso fuoco incrociato di parole che vedrà il giornalista-scrittore-corridore Lino Patruno, alternarsi al professore-presidente-oncologo Francesco Schittulli. Il messaggio congiunto è semplice: imparate dal Sud sia con i libri, che con la medicina di alta specializzazione.
Ritengo di aver chiarito abbastanza il tenore dell’argomento trattato, ma per ‘illuminare’ i miei lettori riporto un passo estratto dalla breve-gustosa- piacevole-stuzzicante-sfiziosa introduzione curata dal professore Michele Mirabella: “… la scrittura affascinante di Simonetti, colto ‘uomo di mondo’ e, per giunta, medico, narra e spiega con disinvoltura ironica e ‘spudorata’ alcune funzioni e prestazioni del corpo umano. L’autore narra, ricorda, cita con garbo, competenza e maliziosa eleganza. Il corpo, segnatamente nelle sue funzioni vitali, è una meraviglia macchinosa nelle sue prodigiose prestazioni che affascinano e insegnano la lezione preziosa della cultura della salute”.
Mirabella da Bitonto - proprio colui che ha condotto sulla terza rete RAI la rubrica di medicina ELISIR, abituando gli italiani ad occuparsi di salute e benessere con rigore scientifico e leggerezza teatrale - nasce come attore e regista in quella fucina di talenti che è stato il CUT Bari: al suo attivo vanta regia di opere di Beckett, Shakespeare, Goldoni, Brecht ed anche la messa in scena di “Jarche vasce” e “Aminueamare”, ma noi in questa circostanza lo citiamo per una frase che ci rammemora che mangiare e pregare sono due momenti preziosi che non vanno sciupati, ma vissuti con paziente benevolenza: “Mangiare lentamente è una mite fonte di preghiera”.
A questo punto vi regalo un’altra chicca, riportata da Nicola, attribuita a Salvador Dalì “… chi non sa mangiare, non saprà mai dipingere…”.
Sia il prof. Simonetti che il prof. Mirabella sono grossi consumatori di carta dal momento che leggere è una loro grande passione e, come logica consequenziale, quando non leggono, scrivono libri… possibilmente di carta. Questo ci consente, riallacciandoci al tema del volume, di occuparci di carta … igienica. Nicola precisa che già nel 1300 in Cina comparve la prima carta igienica, ad esclusivo beneficio di cortigiani ed imperatore. Devono passare oltre cinque secoli per assistere alla messa a punto del prodotto da parte di Gayetty Joseph, ma solo nel 1865 viene avviata una produzione che può essere considerata di tipo industriale: quella con i rotoli parte nel 1879, mentre la ‘doppio velo’ deve aspettare ancora più di mezzo secolo e sarà l’Inghilterra a tenerla a battesimo nel 1942. Il nostro Nicola sempre alla ricerca di novità stravaganti ci comunica che l’azienda Cartemani, in provincia di Bergamo, ha prodotto nel 2006 una carta igienica di colore nero per ‘sederi di lusso’. Chi scrive sapendo di quest’azienda, fondata nel 1980 da Donato Losa e nata per produrre asciugamani di carta e materiale simile inerente il bagno, può aggiungervi che, nel 2014, è stata acquistata dalla multinazionale austriaca Hagleitner Hygiene Internationale. Nel 2005 l’azienda balzò agli onori della cronaca per aver prodotto dispenser (distributori di sapone e liquidi affini) in oro per i servizi igienici del palco reale per il Teatro alla Scala milanese.
Nel capitolo dedicato all’Ombelico vi segnalo il paragrafo denominato ‘L’alternativa’ (pagina 28) in cui Nicola ci racconta un’originale avventura che lo ha visto protagonista nel 1954 nella veste di medico-legale. Immagino di aver stimolato la curiosità del lettore che spero faccia di tutto per ‘informarsi’: in questo modo capirà come l’amico Nicola sia rimasto sempre un medico al servizio della scienza e della gente (sono del parere che non sia conveniente rivelare ‘segreti’, per cui ognuno deve arrivarci per la strada ‘maestra’).
Ora consentitemi una piacevole divagazione: nei primi anni del secolo in corso mi vennero a trovare Vinicio Aquaro e Nicola Simonetti - evento che si verificava spesso, perché Vinicio è uno scrittore che divora libri, per cui devi omaggiarlo di copie non solo per uso personale, ma anche per la sua moltitudine di amici - mentre era intento a correggere le bozze di un suo libro in uscita il professore Vito Lozito. Vinicio, che è un magnifico maestro di cerimonie, subito ricordò a Lozito che aveva apprezzato “Magia, Agiografia, Superstizione” (Levante Bari, 1999), ma si spinse oltre a ricordare “Culti e ideologia politica negli autori cristiani (IV-VIII sec.)”, per concludere magnificando “IL CORVO. Calunnie, accuse e lettere anonime nei primi secoli dell’era cristiana” (entrambi i libri sono di Levante: rispettivamente 1987 e 1996). In questo lasso di tempo Nicola, autorizzato da Vito, diede uno sguardo alle bozze del libro che all’epoca aveva il titolo “Il vizio: immagini, simboli, motti”. Il sottoscritto, dopo aver loro messo a disposizione un tavolo in un posto in cui fossero liberi di confrontarsi, tornò dopo oltre 90 minuti. Non ho mai visto Vito Lozito più felice, tanto che mi sollecitò a regalare altre copie dei suoi libri a Vinicio, e fu disponibile a spiegare ogni ‘cavillo’ ai suoi interlocutori. Ritengo che l’incontro sia avvenuto nell’estate del 2002, perché il libro è stato pubblicato nel gennaio dell’anno successivo con il titolo “Alla radice del vizio. Immagini, Simboli, Motti” (Levante Bari, 2003). Vito Lozito ha intrapreso la strada del non ritorno nel 2004, ma sarà stato ‘lieto’ (in maniera contenuta!) consultando nell’immensa biblioteca aggiornata ‘minuto per minuto’ (caro Sandro Ciotti so che la gestisci tu!) in Paradiso - solo libri di carta… quelli on line negli altri settori - l’ultima fatica editoriale di Simonetti per Adda. Giacomo carissimo, Nicola proprio nell’ultimo paragrafo del libro, quello intitolato maliziosamente “Chi ce l’ha più bello” (pag. 151), cita il libro di Vito Lozito “Alla radice del vizio” con la data 2023, mentre il volume, regolarmente depositato, è del 2003. Io, tu e gli ALTRI sappiamo, per esperienza diretta, che l’errore di stampa è quasi inevitabile, ma proprio per questo siamo figli di quella regola che recita “ … chi sa ammettere il proprio errore vale ancor più di chi lo sa evitare”, con le dovute eccezioni.
Ora provo a spiegare “Chi ce l’ha più bello”: in una gara di bellezza, ‘baldoria’, che si teneva in Grecia e riservata esclusivamente alle donne durante le feste chiamate Adonie (feste per Adone) vi fu una gara fra le cortigiane Triallide e Mirrina a chi avesse il sedere più bello: l’intero evolversi della gara viene da Lozito riferito integralmente a pagina 161 del suo testo, Nicola riporta una parte e, in una prossima ristampa, conviene sostituire la parola ‘efferatezza’ con l’originale ‘sfrenatezza’.
Simonetti in centocinquanta pagine ci regala una piccola enciclopedia di consigli-pareri-opinioni-suggerimenti-esortazioni, frutto di esperienza personale, ma rigorosamente su base scientifica. Poi ricordando il suo successo editoriale dello scorso anno, sempre per Adda, “Invecchiare ridendo” ci propone buonumore-allegria-gaiezza con le storie di personaggi famosi: da Graziano Ballinari a Rosy Bindi, da Anita Garibaldi a D’annunzio, da Vittorio Emanuele III a Iva Zanicchi, da Berlusconi a Gina Lollobrigida, da Marilyn Monroe a Mina; il tutto trattato con garbo-cortesia-amabilità da colui che non a caso è il leader indiscusso del ‘Gruppo amici di San Nicola in Bari’. Dimenticavo trattando di stipsi Simonetti cita il ‘coraggio’ di Filippo Tommaso Marinetti, ma io preferisco la confessione di Mao Tse-tung: “Io soffro di stitichezza per cui preferisco la vita militare … il mio intestino ha funzionato bene solo durante la battaglia con Chiang Kai-shek”.
Martedì 4 marzo, alle ore 18,30, presso la libreria Laterza Simonetti presenterà il suo libro: si sottoporrà ad un intenso fuoco incrociato di parole che vedrà il giornalista-scrittore-corridore Lino Patruno, alternarsi al professore-presidente-oncologo Francesco Schittulli. Il messaggio congiunto è semplice: imparate dal Sud sia con i libri, che con la medicina di alta specializzazione.