Bari, stretta sulle nuove attività di somministrazione: approvato il regolamento per tutelare vivibilità e patrimonio
BARI - Il Consiglio comunale ha dato il via libera al nuovo “Regolamento comunale sulla disciplina di insediamento delle attività di somministrazione di alimenti e bevande e delle attività artigianali alimentari per il consumo sul posto”. Il documento, frutto di un lavoro intersettoriale e di consultazioni nei Municipi, mira a bilanciare l'interesse delle imprese con quello della collettività, salvaguardando l'ordine pubblico, la sicurezza, la salute, l'ambiente e il patrimonio storico-artistico della città.
«Il regolamento approvato oggi è uno strumento utile per fare coesistere diversi diritti, in una comunità vivace ed eterogenea come la città di Bari – ha commentato l’assessore allo Sviluppo locale e alla Blue economy – . Innanzitutto il sacrosanto diritto di impresa, che abbiamo a lungo e intensamente sostenuto nella fase post Covid. C’è, poi, l’esigenza dei giovani e di chi vuole vivere gli spazi di aggregazione che la città offre, che deve convivere con il diritto al riposo dei residenti e la tutela della vivibilità dei luoghi, soprattutto quelli che hanno registrato il maggiore sviluppo negli ultimi anni. In questa ottica, il provvedimento rappresenta uno strumento regolatorio, all’interno di una più ampia strategia dell’amministrazione per le politiche della notte». L'assessore ha ringraziato il Consiglio comunale, i Municipi, le associazioni di categoria e tutti coloro che hanno contribuito al risultato, sottolineando che il regolamento potrà essere modificato ogni due anni per valutarne l'efficacia e adeguarlo alle esigenze della città.
Il regolamento individua aree del territorio comunale da sottoporre a tutela (AST) e aree da sottoporre a elevata tutela (ASET), soggette a uno specifico regime autorizzatorio per l’apertura e il trasferimento di attività, al fine di garantire la qualità del servizio e la sostenibilità sociale e ambientale.
Sono escluse dall’applicazione del regolamento diverse tipologie di attività, tra cui quelle annesse a strutture ricettive, locali con attività di spettacolo, aree di servizio, stazioni, mezzi di trasporto pubblico, distributori di carburanti, mense aziendali, circoli privati, strutture sanitarie e scolastiche (nei limiti dei loro compiti istituzionali), centri polifunzionali, attività temporanee e la somministrazione a domicilio.
Nelle aree tutelate, l'apertura di esercizi di somministrazione e attività artigianali alimentari sarà soggetta a una specifica disciplina autorizzatoria. Le localizzazioni delle aree tutelate sono indicate in allegato al regolamento, sulla base di indicatori territoriali e dell’analisi di criticità del contesto.
Gli indicatori di criticità di contesto territoriale includono: distribuzione delle attività di somministrazione, distribuzione della popolazione anziana (≥ 50 anni), presenza di luoghi sensibili (scuole, ospedali, parchi), zone di pregio artistico, storico e architettonico, quantità di rifiuti urbani prodotti, numero dei verbali della Polizia Locale, orario di apertura, equilibrio tra superficie e capacità di accoglienza, accessibilità disabili, insonorizzazione, caratteristiche dei plateatici e pratiche di sostenibilità ambientale.
Il territorio comunale è considerato un'unica zona commerciale per individuare le aree da tutelare attraverso nuovi criteri qualitativi, con l'obiettivo di qualificare l'offerta di somministrazione. I criteri individuati sono requisiti indispensabili per il rilascio e il mantenimento dell'autorizzazione. Divieti e limitazioni si applicano anche in caso di trasferimento di sede da aree non tutelate a tutelate e tra aree tutelate.
Le attività autorizzate nelle AST e ASET dovranno rispettare costantemente le prescrizioni e gli impegni assunti. Modifiche che comportino una diminuzione del punteggio di qualità potranno portare a una nuova istruttoria e alla revoca dell'autorizzazione in caso di punteggio insufficiente. Le domande di avvio o trasferimento sono soggette a regime autorizzatorio basato sul raggiungimento di un punteggio minimo di qualità: 70 punti per le zone AST e 100 punti per le zone ASET, su un massimo di 150.