Galatina, disabile aggredito brutalmente da baby gang
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(Pixabay) |
Galatina, 18 aprile 2025 – Un episodio di violenza inaudita ha scosso la comunità di Galatina. Mercoledì sera, nella sala d’attesa della stazione ferroviaria, un ragazzo di 17 anni, di origini straniere, diabetico e con invalidità al 100%, è stato selvaggiamente picchiato da un gruppo di coetanei a colpi di calci, pugni e persino cinghiate.
La scena è stata ripresa in un video diffuso sui social, scatenando indignazione e raccapriccio. Le immagini hanno dato impulso a un’indagine della Polizia, avviata dopo la denuncia formale presentata dalla madre della vittima, assistita dagli avvocati Vito Antonio Margari e Carmela De Mattia.
Nel filmato, si sente chiaramente una ragazza, forse fidanzata di uno degli aggressori, incitare il gruppo, definendolo “la gang del bosco”. Un’espressione che potrebbe rivelarsi chiave nelle indagini e nell’individuazione dei responsabili.
Il ragazzo, rimasto in silenzio per tutta la notte, ha confessato l’accaduto solo il giorno dopo, quando la madre ha notato lividi e ferite diffuse sul corpo. Trasportato in ospedale, è stato dimesso con una prognosi di 25 giorni, segno della violenza brutale subita.
La vicenda ha scosso profondamente la cittadinanza e acceso i riflettori sul tema del bullismo estremo e della violenza tra minori, aggravata dalla condizione di vulnerabilità della vittima.
Le indagini della Polizia sono in corso: si cercano i componenti del branco e si analizzano le immagini, che rappresentano una prova schiacciante dei fatti. I responsabili rischiano pesanti conseguenze legali, anche alla luce delle gravi condizioni di salute del ragazzo aggredito.
La comunità chiede giustizia, e la famiglia della vittima, ancora sotto shock, auspica che si faccia piena luce su quanto accaduto, affinché episodi simili non si ripetano più.
Per il presidente degli psicologi pugliesi, è fondamentale che i contesti educativi e familiari si interroghino e si attivino con determinazione e pazienza: “E’ necessario ma non è sufficiente condannare l’episodio o punire i responsabili”, ribadisce lo psicologo. “L’assenza di consapevolezza emotiva, il bisogno di sopraffare il diverso, sono da un lato segnali della fragilità profonda di chi aggredisce, dall’altro sono l’espressione di modelli sociali e culturali basati sull’uso della forza al posto del diritto e della giustizia, modelli che si stanno affermando con una potenza sconosciuta sin qui”.
“Occorre investire di più e meglio sull’educazione all’affettività all’ascolto, alla gestione delle emozioni, all’accoglienza della diversità che ciascun essere umano rappresenta” sottolinea Vinci. “I giovani, oggi più che mai, hanno bisogno di strumenti per riconoscere, comprendere e gestire le emozioni proprie e altrui. Scuole, famiglie, istituzioni devono essere luoghi sicuri di ascolto e di crescita, anche con il supporto, ogni volta che è necessaria o utile, di professionisti– come psicologi scolastici ed educatori – capaci di intervenire prima che la fragilità si trasformi in violenza”. L’Ordine pugliese esprime la sua vicinanza alla vittima, ribadendo la necessità di un impegno collettivo, istituzionale e civile, per educare al rispetto, alla solidarietà e all’accoglienza delle differenze.