Salento, dove il deserto avanza
FRANCESCO GRECO - Come lo vogliamo chiamare? Effetto-Sahara? Arizona? Sinai? L’idea che traduce però è solo e sempre una: allarme e preoccupazione dei cittadini del Salento, dove il deserto avanza.
Se ne parlerà in un convegno a Lecce il 22 aprile (ore 9.45), presso l’ex Convitto Palmieri (titolo: “Tuteliamo il territorio dell’Arneo”), nell’ambito della Giornata Mondiale della Terra, che vede, per restare all’Italia, manifestazioni un pò ovunque: dal Nord devastato da piogge che a causa del territorio abbandonato a se stesso e senza manutenzione diventano tragici alluvioni con danni e morti, al Centro dei terremoti con le case provvisorie che sono definitive, al Sud dove dilaga il consumo del suolo scriteriato e irresponsabile. Aggravato dal fatto che ai livelli istituzionali e politici il fenomeno non è legittimato se non con parole vuote retoriche dopo ogni tragedia, in attesa della successiva.
Ecco un aneddoto che svela l’indifferenza e la demagogia. Mesi fa al bar di un centro del Salento, a un consigliere regionale (Puglia) di opposizione (di quelli che spendono pacchi di soldi in campagna elettorale), un gruppo di cittadini domandò cosa si stesse facendo per contrastare il fenomeno del consumo del territorio, risposta freudiana: “I cittadini ci chiedono di poter edificare ovunque…”.
Tradotto dal politichese: per inseguire il voto del singolo che ci consente di stare qui (grazie anche a sistemi elettorali perversi e antidemocratici che causano astensionismo), senza una visione d’insieme, facciamo finta di niente. Dedichiamoci ai selfie.
Il tutto mentre il paesaggio è umiliato e offeso dagli effetti devastanti della xylella, con l’aggiunta delle buone terre sottratte all’agricoltura per far posto a insediamenti di pannelli fotovoltaici, gli incendi d’estate a centinaia “disboscano”, le cave abusive proliferano, l’antropizzazione delle zone costiere avanza implacabile e selvaggia, le falde in certe zone sono inquinate e le malattie neoplastiche, dicono gli esperti, in progressivo e fatale aumento.
E, non bastasse, sul Salento incombe la sciagura del ferro, vetro e catrame a gogò dell’inutile SS 275 a quattro corsie e si programmano altri interventi aggressivi.
Il sospetto del dissesto idrogeologico, l’alterazione dei fragili ecosistemi ce l’avevamo, ma adesso a parlare sono i numeri della Regione Puglia.
Ecco il cahier de doleance: dal 2000 al 2022 la desertificazione dei territori è passata dal 3,3% al 19,3%. Lecce e provincia hanno il primato rispetto alle altre cinque della Regione. Sono tra le prime, su base nazionale, in questa terrificante classifica in quanto a consumo di suolo e diminuzione di aree verdi. E’ un lontanissimo ricordo che sfuma nella memoria ormai la terra elogiata da Strabone per la sua fertilità, varietà di piante e fiori, purezza delle acque.
Conclude Italia Nostra Sud Salento, che organizza il convegno d’intesa con il Comitato Custodi del Bosco d’Arneo e il Gruppo di Intervento Giuridico: “Forniremo alla stampa e ai cittadini informazioni e precisazioni sulla vicenda, per evidenziare – ancora una volta – la necessità che il territorio dell’Arneo e dell’intero Salento sia preservato da altri interventi che devasterebbero ulteriormente le residuali risorse naturalistiche e paesaggistiche”.