Bari, i tassisti dicono no a Uber Taxi: adesione allo sciopero nazionale della cooperativa Taxi Bari
BARI – I tassisti baresi della cooperativa Taxi Bari scendono in campo contro l’introduzione del servizio Uber Taxi nel sistema del trasporto pubblico non di linea. Con una nota ufficiale, la cooperativa ha annunciato la propria adesione allo sciopero nazionale, unendosi alla mobilitazione della categoria per tutelare la professione e difendere la qualità del servizio offerto ai cittadini.
Al centro della protesta, l’arrivo della multinazionale statunitense Uber, giudicato dai tassisti “una minaccia alla legalità, all’equilibrio del mercato e alla trasparenza nei confronti degli utenti”. Secondo i rappresentanti locali, l’operato di Uber Taxi comprometterebbe “la serenità e la professionalità di migliaia di lavoratori del settore”, introducendo dinamiche commerciali considerate sleali e in contrasto con le normative comunali.
“Alcuni autisti Uber Taxi operano fuori dalle regole, alterando il sistema e mettendo a rischio la sostenibilità economica del servizio tradizionale”, spiegano i portavoce della cooperativa. La principale preoccupazione riguarda le modalità operative di Uber, che – stando alla denuncia – garantirebbero tariffe inizialmente concorrenziali, salvo poi diventare più onerose e meno chiare per l’utenza nel lungo periodo.
I tassisti mettono in guardia anche i consumatori: “Il servizio può apparire vantaggioso, ma spesso dietro promozioni temporanee si celano maggiori costi e una minore trasparenza tariffaria rispetto ai taxi regolamentati”.
Per questo motivo, da oggi, su tutti i veicoli affiliati a Taxi Bari verrà esposto un cartello informativo, rivolto alla cittadinanza, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle ricadute concrete dell’introduzione di Uber Taxi nel contesto urbano locale.
La protesta intende ribadire la necessità di regole uguali per tutti, condizioni di lavoro eque e un servizio realmente trasparente e accessibile per l’intera comunità. “Non è una battaglia contro l’innovazione, ma contro un modello che mina le basi della concorrenza leale e la qualità del servizio pubblico”, concludono i rappresentanti dei tassisti baresi.