Caso Francesco Diviesti, i genitori riconoscono bracciale e collanina sul corpo ritrovato carbonizzato nel nord Barese
BARLETTA – Potrebbero appartenere a Francesco Diviesti, il 26enne parrucchiere scomparso da Barletta lo scorso 25 aprile, il braccialetto e la collanina rinvenuti su un corpo semicarbonizzato trovato quattro giorni dopo all’interno di un rudere abbandonato nelle campagne tra Canosa di Puglia e Minervino Murge.
I due oggetti, identici a quelli indossati abitualmente dal giovane, sono stati riconosciuti dai genitori durante la procedura di conferimento dell’incarico per l’autopsia, secondo quanto riferisce l’ANSA. La madre e il padre di Francesco avrebbero confermato che si tratta di oggetti personali del figlio, ma l’identificazione ufficiale potrà avvenire solo al termine dell’esame autoptico, affidato alla dottoressa Sara Sablone, medico legale del Policlinico di Bari.
L’inchiesta per omicidio mafioso
Nel frattempo, prosegue l’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, che ha aperto un fascicolo per omicidio aggravato dal metodo mafioso. Cinque le persone attualmente indagate, tutte di età compresa tra i 25 e i 57 anni: tre sono originarie di Barletta, uno è di Minervino Murge – proprietario della villa situata nelle vicinanze del rudere dove è stato rinvenuto il cadavere, ora sottoposta a sequestro – e uno è un cittadino albanese, al momento irreperibile.
Il contesto investigativo ipotizza un delitto maturato in ambienti criminali, ma i dettagli sulla dinamica e sul movente restano coperti dal massimo riserbo. Gli inquirenti stanno passando al vaglio chat, celle telefoniche e testimonianze, mentre la comunità di Barletta attende risposte con crescente angoscia.
La verità sull’identità del corpo e sulle circostanze della morte potrebbe arrivare nei prossimi giorni, con l’esito dell’autopsia e degli accertamenti medico-legali.