Movida e schiamazzi a San Nicola: denunciato 25enne


BARI – È finito sotto denuncia penale Antonio Nettis, il 25enne che nei giorni scorsi era balzato agli onori delle cronache per aver replicato via social al sindaco Vito Leccese in merito ai festeggiamenti per San Nicola. Nettis sarebbe tra coloro che, attraverso i social, avevano invitato altri giovani a radunarsi nella zona dell’Umbertino la sera del 7 maggio, in occasione della festa patronale.

Il caso

Durante la serata, nel pieno della movida, si sarebbero verificati schiamazzi e disturbo della quiete pubblica, segnalati da alcuni residenti del quartiere, che avrebbero poi presentato denuncia per i disagi provocati. A seguito delle segnalazioni, le autorità hanno identificato alcuni giovani coinvolti, tra cui proprio Nettis.

La reazione social

Lo stesso Antonio Nettis ha dato notizia della denuncia attraverso una storia su Instagram, nella quale ha scritto:

“Mi è stata fatta una denuncia penale perché i ragazzi hanno cantato e ballato a San Nicola. Sinceramente non so cosa dire, sono scioccato che ora un ragazzo di 25 anni deve affrontare una denuncia penale perché c’è stata della gioia in strada il giorno della festa patronale”.

Le sue parole hanno subito acceso il dibattito tra chi difende la libertà di festeggiare durante eventi sentiti dalla comunità e chi, invece, chiede rispetto per la vivibilità dei quartieri.

Il contesto

Il quartiere Umbertino è da tempo al centro delle polemiche per l’intensificarsi della movida notturna, che nei giorni festivi si trasforma spesso in assembramenti rumorosi, con conseguenti disagi per i residenti. Il Comune di Bari aveva già annunciato una stretta sui controlli in occasione della festa di San Nicola, ma i provvedimenti non sono bastati a prevenire episodi come quello del 7 maggio.

Le indagini

La denuncia a carico di Nettis sarebbe solo uno dei fascicoli aperti in queste ore dalla polizia locale, che continua a identificare i partecipanti alla serata. Si indaga anche sull’organizzazione spontanea dell’evento tramite i social, considerato un potenziale fattore aggravante.