Budapest Pride 2025: oltre 180 mila in marcia contro il divieto di Orban, un atto di coraggio e resistenza
BUDAPEST – Nonostante il divieto imposto dal governo di Viktor Orban, alle ore 15 di oggi è partita la grande manifestazione del Budapest Pride 2025, un evento che si è trasformato in un potente simbolo di resistenza civile e politica. Secondo la presidente dell’organizzazione, Viktoria Radvanyi, in piazza si sono radunate tra le 180 e le 200 mila persone: “Non c’è mai stata così tanta gente al Budapest Pride”, ha dichiarato visibilmente emozionata.
Un evento europeo sotto minaccia
La parata, partita simbolicamente dal municipio di Budapest, è stata formalmente etichettata dal Comune come “evento dell’orgoglio cittadino” per aggirare il divieto governativo e contrastare l’intervento delle autorità. Il valore politico dell’iniziativa, però, non ne è stato minimamente scalfito: il sindaco Gergely Karácsony ha sottolineato come il Pride sia “un affare europeo”. Lo dimostra la presenza di oltre 70 europarlamentari, tra cui spiccano nomi come Elly Schlein e Carlo Calenda, che hanno marciato accanto ai cittadini ungheresi in difesa dei diritti LGBTQ+.
Forze dell’ordine schierate e minacce legali
Il governo di Orban ha schierato migliaia di agenti, ufficialmente per garantire l’ordine pubblico, ma con un chiaro intento intimidatorio. Solo il giorno prima, il premier aveva ribadito il proprio monito: “Chi non rispetta le leggi dovrà affrontare le conseguenze legali”, riferendosi alla legge del 2025 che vieta manifestazioni come il Pride, proseguendo sulla linea repressiva avviata dal provvedimento del 2021 contro la “rappresentazione pubblica dell’omosessualità ai minori”.
Proteste, blocchi e momenti di tensione
Durante la marcia non sono mancati momenti di tensione. Il ponte Szabadság è stato temporaneamente bloccato da militanti del partito estremista Patria Nostra, che hanno tentato di fermare il corteo con le proprie auto. Cori e striscioni contro Orban si sono levati in più punti, accusando il premier di soffocare la democrazia e i diritti civili. Molti manifestanti indossavano magliette con slogan contro il governo, e la folla ha intonato più volte una commovente versione collettiva di “Bella Ciao”, canto ripreso anche da Elly Schlein.
Il monito della Commissione Europea
Nei giorni scorsi, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen aveva chiesto al governo ungherese di garantire il diritto a manifestare pacificamente senza sanzioni per partecipanti e organizzatori. La risposta di Orban è stata dura e netta: “L’Ue non deve interferire nelle questioni interne di uno Stato membro”.
Un messaggio di coraggio e speranza
Nonostante il rischio di multe salate e perfino di un anno di carcere, la comunità LGBTQ+ ungherese ha deciso di non restare in silenzio. Strade colorate da bandiere arcobaleno, cartelli, slogan e performance artistiche hanno reso visibile e forte il messaggio contro odio e censura.
“Non si può vietare l’amore per legge”, ha affermato Elly Schlein, sintetizzando lo spirito della giornata.
Il Budapest Pride 2025 è diventato così molto più di un semplice corteo: una vera e propria dichiarazione di libertà, un grido contro l’autoritarismo e un appello all’Europa perché non chiuda gli occhi di fronte alle violazioni dei diritti civili. In una città blindata ma piena di coraggio e colori, oggi si è scritta una pagina fondamentale nella lotta per i diritti umani.