Confiscati beni a Eugenio e Giovanni Palermiti, capi clan di Japigia: sigilli a villa abusiva, fondi e contanti
Il Tribunale della prevenzione di Bari ha disposto oggi la confisca di beni riconducibili a Eugenio Palermiti, 71 anni, e a suo figlio Giovanni, 49 anni, ritenuti esponenti apicali dell’omonimo clan attivo nel quartiere Japigia del capoluogo pugliese.
Nel dettaglio, i beni sottratti al controllo del clan comprendono una villa abusiva, un fondo rustico, un centro estetico, un locale adibito a salone da parrucchiere, poco meno di 64mila euro in contanti e una polizza assicurativa. Il provvedimento giunge a seguito del sequestro avvenuto nel 2022 su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari.
Nell’originario decreto di sequestro figuravano anche immobili, beni aziendali e patrimonio della società “Centro Carni Pugliesi srl”, il cui sequestro è stato però successivamente revocato in quanto la società risulta inattiva. Analogamente, alcuni veicoli, giudicati ormai obsoleti, sono stati esclusi dalla confisca definitiva.
La richiesta della DDA ha fatto leva sulla pericolosità sociale dei due Palermiti, entrambi già condannati in via definitiva per associazione mafiosa, traffico di droga e possesso di armi, oltre ad avere ulteriori procedimenti penali pendenti per reati dello stesso tipo.
Solo pochi giorni fa, venerdì scorso, Eugenio e Giovanni Palermiti sono stati condannati, con rito abbreviato, rispettivamente a 20 e 18 anni di reclusione per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti con l’aggravante del metodo mafioso.
Con questa nuova confisca, la magistratura colpisce nuovamente il patrimonio illecito accumulato dai clan storici della criminalità barese, riaffermando la linea dura dello Stato contro l’infiltrazione mafiosa nell’economia e nella società.