Grottaglie, agente morto in servizio: due poliziotti indagati per omicidio dopo sparatoria. Polemiche e solidarietà


GROTTAGLIE - Due agenti in servizio presso il commissariato di Grottaglie sono formalmente indagati per omicidio in relazione ai fatti avvenuti durante l’operazione che ha condotto alla cattura dei sospetti responsabili della sparatoria in cui ha perso la vita il brigadiere capo Carlo Legrottaglie. L’intervento si è svolto nelle campagne di Grottaglie e si è concluso tragicamente con il decesso di Michele Mastropietro, uno dei due uomini in fuga. L’altro, Camillo Giannattasio, è stato arrestato.

A seguito del decesso di Mastropietro, la Procura di Taranto ha aperto un fascicolo e notificato un avviso di garanzia ai due agenti coinvolti. Secondo quanto riferito da fonti giudiziarie, l’iscrizione nel registro degli indagati rappresenta un atto dovuto, necessario a consentire lo svolgimento di tutti gli accertamenti previsti dalla legge per chiarire le circostanze della morte dell’uomo.

Tuttavia, la decisione ha scatenato un’ondata di polemiche e dure reazioni, soprattutto da parte del mondo politico e sindacale.

Antoniozzi (FdI): “Così non si difende lo Stato”

“Abbiamo rispetto per la magistratura, ma non possiamo non essere perplessi”, ha dichiarato Alfredo Antoniozzi, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, esprimendo pubblicamente la propria solidarietà ai due agenti. In un post sui social, ha chiesto di “fare chiarezza subito” e ha ricordato “la necessità di non lasciare soli gli uomini e le donne in divisa”, sottolineando come “così non si difende lo Stato”.

Conestà (MOSAP): “Sembra un insulto, non un atto dovuto”

Parole ancora più forti quelle di Fabio Conestà, segretario generale del Movimento Sindacale Autonomo di Polizia (MOSAP). In una nota ufficiale ha espresso “piena solidarietà e vicinanza” ai poliziotti indagati:

“Dopo aver arrestato l’assassino del brigadiere Legrottaglie, si ritrovano ora indagati per omicidio. Chi rischia la vita per fermare un delinquente armato non dovrebbe finire sotto inchiesta, ma ricevere sostegno e riconoscenza”.

Conestà ha inoltre invocato una riforma urgente per tutelare in modo più efficace gli operatori delle forze dell’ordine:

“È inaccettabile che chi indossa una divisa debba temere più il tribunale che i criminali”.

Avvocato La Scala: “Atto dovuto, ma umanamente doloroso”

A intervenire sul caso è anche l’avvocato Antonio Maria La Scala, legale di uno dei due agenti, che ha sottolineato il carattere puramente procedurale dell’iscrizione nel registro degli indagati:

“Dal punto di vista giuridico si tratta di un atto dovuto, ma umanamente non posso che esprimere dispiacere. Gli agenti hanno messo a rischio la propria vita in un conflitto a fuoco. Meritano rispetto”.

Il contesto dell’operazione

La sparatoria che ha causato la morte del brigadiere Legrottaglie si è verificata durante un’operazione di polizia ad alta tensione. Nelle ore successive, le forze dell’ordine hanno avviato una caccia all’uomo culminata nelle campagne di Grottaglie. È qui che, durante il tentativo di fermare i sospetti, si è verificato lo scontro che ha portato alla morte di Mastropietro e alla cattura di Giannattasio.

Indagini in corso, clima teso

Le indagini proseguono per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. Intanto, il clima attorno alla vicenda resta teso, alimentato da un acceso dibattito pubblico tra chi invoca il rispetto delle procedure giudiziarie e chi chiede maggiore tutela per le forze dell’ordine impegnate sul campo.

Nel frattempo, cresce la solidarietà nei confronti dei due agenti indagati, considerati da molti come protagonisti di un’azione di servizio in un contesto altamente pericoloso e drammatico.