Guerra in Medio Oriente: Israele sotto i missili iraniani risponde colpendo Teheran

Tel Aviv/Teheran, 14 giugno 2025 – La spirale di violenza tra Israele e Iran si intensifica pericolosamente. Nella serata di domenica, un nuovo avviso di preallerta è stato diramato in tutto il territorio israeliano per l’arrivo di missili lanciati dall’Iran. Forti esplosioni sono state udite nel centro di Tel Aviv e nel nord del Paese. I vigili del fuoco hanno confermato un colpo diretto su un edificio residenziale lungo la costa mediterranea, causando vittime e gravi danni.

Le autorità israeliane parlano di 14 morti e quasi 400 feriti, mentre Teheran conta almeno 400 vittime e 650 feriti dopo la risposta militare israeliana. L’esercito di Gerusalemme ha annunciato di aver colpito l’aeroporto di Mashhad, nel nord-est dell’Iran, definendolo “l’attacco più profondo dall’inizio dell’operazione militare”. Tra gli obiettivi colpiti anche il quartier generale del programma nucleare iraniano e diversi punti strategici nella capitale Teheran.

Secondo fonti iraniane, uno dei missili israeliani avrebbe colpito deliberatamente un edificio del Ministero degli Esteri. Un alto funzionario del regime ha minacciato una “risposta devastante” agli attacchi subiti. Intanto, il regime ha annunciato l’arresto nella provincia di Alborz di due presunti membri del Mossad, accusati di pianificare attentati con esplosivi e dispositivi elettronici.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha parlato alla nazione, dichiarando:

“Teheran pagherà per le donne e i bambini uccisi. Non resteremo in silenzio davanti al terrorismo”.
La dichiarazione fa riferimento al missile caduto su Bat Yam, a sud di Tel Aviv, che ha ucciso sei civili, tra cui due minori.

Netanyahu ha anche confermato l’uccisione, in un raid aereo su Teheran, del capo dell’intelligence dei Guardiani della rivoluzione iraniana e del suo vice, figure chiave nell’apparato militare iraniano.

Diplomazia in stallo, ma la pressione internazionale cresce

Sul fronte diplomatico, il presidente americano Donald Trump ha dichiarato di essere “in pressing per un accordo il prima possibile”, ma non ha escluso il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nel conflitto. Ha inoltre affermato di essere “aperto all’idea di un ruolo di mediazione da parte di Vladimir Putin”, pur avendo posto il veto a un presunto piano per eliminare la Guida Suprema iraniana Ali Khamenei. Netanyahu ha smentito l’esistenza di tale piano.

L’Alto rappresentante Ue Kaja Kallas ha convocato per martedì una riunione straordinaria in videoconferenza con i ministri degli Esteri dei Paesi membri, nel tentativo di coordinare una risposta comune dell’Unione Europea all’escalation.

Escalation senza precedenti

Il conflitto, ormai aperto tra due delle principali potenze militari della regione, sta scatenando timori per una guerra su larga scala in Medio Oriente. Gli analisti parlano di un punto di non ritorno, mentre i segnali di de-escalation sembrano sempre più deboli. L’ombra di un conflitto regionale – o peggio globale – si fa sempre più concreta.