Il “Disegno vuoto” di Peter Bottazzi accende il MArTa: l’arte contemporanea dialoga con l’antico nel cuore di Taranto

Presentate al Museo Archeologico Nazionale le installazioni urbane del MAP Festival firmate dal celebre scenografo e designer. Falzone: «Il MArTa protagonista di un dinamismo culturale». Romano: «Opere uniche, visioni fuori dall’ordinario».

TARANTO – 7 giugno 2025 – In un perfetto intreccio tra memoria antica e visione contemporanea, il Museo Archeologico Nazionale di Taranto (MArTa) ha ospitato la presentazione ufficiale di “Disegno vuoto”, le installazioni urbane a firma di Peter Bottazzi, designer, scenografo e architetto di fama internazionale, realizzate per il MAP Festival. L’evento si è svolto sabato mattina alle ore 11.00 nel giroscala monumentale del museo, cuore simbolico della sua architettura e ora anche dell’intervento artistico.

Bottazzi: «Disegni vuoti, pieni di vibrazione»

L’artista ha illustrato il concept delle sue opere: tre installazioni distribuite in altrettanti luoghi iconici della cultura tarantina – il MArTa, l’ex libreria Mandese in via D’Aquino e la libreria Feltrinelli in via Di Palma. «Ogni posto ha la sua anima – ha spiegato Bottazzi – e il mio intento è stato quello di creare vuoti tridimensionali che in realtà sono pieni di ritmo, di musica, di memoria. Disegni che vibrano, che si sovrappongono a elementi storici e contemporanei, che catturano lo sguardo e lo portano oltre».

Il MArTa si conferma spazio vivo e dinamico

Ad accogliere l’opera, con entusiasmo e convinzione, la direttrice del Museo, Stella Falzone, che ha sottolineato il legame ormai consolidato con il MAP Festival e con il tessuto culturale del territorio. «Abbiamo scelto il nostro giroscala come luogo espositivo proprio per il suo dinamismo architettonico – ha affermato – coerente con il nostro obiettivo: proporre esperienze di visita transgenerazionali, in cui l’antico dialoga con il contemporaneo. Il MArTa non è solo custode del passato, ma parte attiva del presente culturale».

Romano: «Il bello del MAP è vedere l’inatteso»

A chiudere gli interventi, Piero Romano, direttore del MAP Festival e anima della rassegna insieme a Gloria Campaner. «Il bello del MAP è questo – ha dichiarato – portare l’arte in luoghi simbolici, farla vibrare, metterla in relazione. Bottazzi ci dona opere uniche che costringono l’occhio a fermarsi, a pensare, a cercare nuove chiavi di lettura. Dal MArTa alle librerie, questi “disegni vuoti” sono in realtà pieni di significati, di stimoli, di domande».

Le installazioni urbane resteranno visitabili per tutta la durata del festival, contribuendo a rendere Taranto un grande spazio espositivo diffuso, dove archeologia e arte contemporanea si abbracciano.


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Comunicazione a cura di Claudio Frascella – 338.2591830