La Costituzione Italiana tradotta nelle lingue e nei dialetti italiani
VITTORIO POLITO - In occasione della Festa della Repubblica del 2024 è stato presentato l’interessante ed esclusivo testo “La Costituzione tradotta nelle lingue e nei dialetti regionali italiani” (Editoriale Anicia s.r.l.”), a cura di Vito Tenore, presidente di Sezione della Corte dei Conti, direttore della Collana “Eclettica-Mente” e presentato da Filippo Patroni Griffi, Giudice della Corte Costituzionale. La Collana raccoglie brevi scritti di studiosi di eclettica formazione e provenienza, su temi attuali, di vasto interesse trasversale, con linguaggio chiaro e comprensibile ad una vasta platea.
Il testo si avvale di un Comitato Scientifico di alto profilo, composto da Magistrati, docenti universitari, autorità politiche, ambasciatori, ex ministri, come il caso della Costituzione Italiana, principale fonte del Diritto della Repubblica Italiana, dalla quale dipendono gerarchicamente tutte le altre norme giuridiche dell’ordinamento dello Stato. La Costituzione riporta anche una terminologia tecnica non sempre comprensibile dai più ed allora quale miglior ausilio della traduzione nei principali dialetti italiani (19 relativi ai Capoluoghi Regionali e 2 lingue di “minoranza”: Aquilano (Abruzzo), Potentino (Basilicata), Catanzarese (Calabria), Napoletano (Campania), Bolognese (Emilia Romagna), Friulana (Friuli Venezia Giulia), Triestino (Friuli Venezia Giulia), Romanesco (Lazio), Genovese (Liguria), Milanese (Lombardia), Anconetano (Marche), Campobassano (Molise), Piemontese (Piemonte), Barese (Puglia), Sardo campidanese (Sardegna), Palermitano (Sicilia), Fiorentino (Toscana), Trentino (Trentino Aldo Adige), Francoprovenzale (Valle d’Aosta), Perugino (Perugia), Veneziano (Veneto).
Dal momento che i dialetti sono una parte affascinante e vitale della cultura linguistica italiana, considerando che ogni regione, ogni città e anche ogni villaggio ha la sua variante, con parole e modi di dire unici che raccontano la storia del territorio e delle persone che li abitano, è indubbio il contributo letterario e scientifico che questo testo dà ai dialetti italiani. In Italia i dialetti variano da regione a regione: il napoletano, il siciliano, il lombardo, il veneto ecc., ognuno ha la sua melodia e le sue particolarità. Bene ha fatto l’autore a dare agli italiani la possibilità di leggere nella “propria” lingua la Carta Costituzionale. L’Italia può considerarsi un vero mosaico linguistico, i suoi dialetti sono una testimonianza della sua straordinaria varietà culturale. Sebbene l’italiano standard sia la lingua ufficiale, ogni regione e spesso ogni città ha un proprio dialetto, con radici storiche profondamente intrecciate con il latino, le lingue germaniche, arabe e altre influenze. Pare che il veneto e il napoletano, per la loro diffusione storica, siano tra i dialetti più parlati in Italia.
Filippo Patroni Griffi che firma la presentazione scrive che: “Per queste meritorie finalità dell’opera e per la modalità innovative con cui sono state plasmate e realizzate, questo prezioso testo, vero atto di amore e di rispetto per il Paese, per le istituzioni e per la Legge fondante, ovvero la Carta Costituzionale, merita il plauso di ogni lettore nei confronti dei coautori e dell’intuizione e ideazione del curatore Vito Tenore” che, a sa volta scrive nella premessa: “essendo i coautori dei giuristi e non dei linguisti-dialettologi, nonostante il generoso ausilio ricevuto da studiosi dei dialetti locali, qualche passaggio delle traduzioni potrà apparire infelice o inesatto agli esegeti più attenti dei dialetti regionali”.
Va segnalata, infine, una piacevole e sorprendente “intuizione” del curatore, ovvero una lettura, ascoltabile tramite il ’Q-code’ inserito nelle pagine finali del testo, della Costituzione non solo in italiano ‘puro’, ma in una straordinaria versione multidialettale, degli ottimi artisti (attori, doppiatori, linguisti) e persino qualche magistrato hanno offerto la loro voce in taglio regionale per una lettura in lingua o dialetto locale di alcuni articoli. Un’opera davvero inedita, di lettura, non solo in elegante italiano, ma soprattutto multidialettale dell’intero testo costituzionale, che offre al lettore un suggestivo percorso sonoro lungo l’Italia intera.
Un “assaggio” in dialetto barese? Ecco l’articolo 1:
«L’Itaglie iè na Repùbbleca demogradèche, fendate sop’a la fatiche. La sovranetà appartène o pobble, ca l’èsercetèsce che le forme e le limete de la Chestezziòne».