Lecce, tragedia in famiglia: 81enne uccide la moglie con un colpo di pistola alla testa


LECCE
– Una tranquilla mattina si è trasformata in tragedia nel cuore del capoluogo salentino. Un uomo di 81 anni ha ucciso la moglie sparandole un colpo di pistola alla testa all’interno della loro abitazione in via Bonifacio, zona residenziale di Lecce. Per la donna non c’è stato nulla da fare: il proiettile l’ha colpita mortalmente, lasciandola senza vita sul colpo.

L’anziano è stato fermato pochi minuti dopo l’omicidio dai carabinieri, intervenuti prontamente sul posto in seguito a una segnalazione. Attualmente si trova nella caserma dell’Arma, dove è sottoposto a un interrogatorio volto a chiarire la dinamica dell’accaduto e, soprattutto, il movente che lo avrebbe spinto a un gesto così estremo.

Un delitto ancora avvolto nel mistero

Non sono ancora noti i dettagli sulla vita privata della coppia, né eventuali segnali di tensione pregressa. Le forze dell’ordine stanno raccogliendo testimonianze da vicini e conoscenti per comprendere se ci fossero segnali d’allarme o precedenti episodi di conflitto.

Sul posto è intervenuta anche la scientifica per i rilievi tecnici, mentre il corpo della vittima è stato trasferito in obitorio per l’autopsia, disposta dalla Procura di Lecce.

L’ennesimo femminicidio scuote la città

Il delitto di via Bonifacio si inserisce in un contesto nazionale preoccupante, dove i casi di violenza domestica e femminicidio continuano a occupare tragicamente le cronache. Lecce e l’intera comunità salentina sono sotto shock: molti vicini, increduli, descrivono la coppia come "tranquilla" e "riservata".

Il sindaco di Lecce ha espresso il proprio cordoglio e ha ribadito l’importanza della prevenzione e del sostegno psicologico alle famiglie, invitando a non abbassare la guardia sul fenomeno della violenza tra le mura domestiche, che spesso resta silenziosa fino all’esplosione finale.

Proseguono le indagini

Gli inquirenti stanno lavorando per definire il quadro completo. Resta da chiarire, ad esempio, la provenienza dell’arma, che l’uomo avrebbe detenuto legalmente. Si indaga anche sulle condizioni psicologiche dell’anziano, che secondo alcune indiscrezioni potrebbe soffrire di problemi cognitivi legati all’età.

L’uomo rischia ora un'accusa gravissima, quella di omicidio volontario aggravato, mentre la città si interroga su come possa accadere che, anche nella terza età, la violenza trovi spazio laddove dovrebbe esserci solo cura, rispetto e affetto.