L’intelligenza artificiale svela il “Salvator Mundi” com’era 500 anni fa


Nuove tecnologie rivelano un volto inedito dell’opera più discussa (e costosa) della storia dell’arte

Traduzione: Valéria Vicentini

Il “Salvator Mundi”, dipinto controverso e affascinante, attribuito (non senza polemiche) a Leonardo da Vinci, torna sotto i riflettori grazie all’intelligenza artificiale. Il merito è del ricercatore brasiliano Átila Soares da Costa Filho, esperto in arte e tecnologia, che ha ricostruito digitalmente l’aspetto originario dell’opera, risalente a oltre cinque secoli fa, grazie all’algoritmo proprietario “Luminari”.

Il “Salvator Mundi”, presumibilmente realizzato tra il 1506 e il 1513 per il re Luigi XII, fu venduto all’asta nel 2017 per 450 milioni di dollari e oggi, si ritiene, sia custodito in un caveau a Ginevra in attesa di essere esposto nel nuovo museo Louvre-Riad, in Arabia Saudita. Il dipinto ha subito numerosi interventi di restauro, il più significativo tra il 2007 e il 2013 a cura della restauratrice Dianne Modestini. Proprio la condizione frammentaria dell’opera ha alimentato per anni interrogativi sulla sua paternità e sulla sua fisionomia originaria.

Un esperimento pionieristico tra arte e tecnologia

A distanza di anni dal suo primo studio sul dipinto, Átila Soares presenta una nuova fase della sua ricerca basata su “Luminari”, un sofisticato software che sfrutta reti neurali convoluzionali per analizzare opere d’arte. L’algoritmo confronta dati stilistici e tecnici con l’intero corpus noto di un autore, cercando coerenze invisibili a occhio nudo.

Tra i punti di forza di questa tecnologia c’è la capacità di operare anche con autori dalla produzione limitata, come Leonardo da Vinci, di cui si contano solo 15 dipinti universalmente riconosciuti. Luminari, grazie a un raffinato bilanciamento tra dataset di addestramento e test, riesce comunque a generare risultati significativi anche in questi casi-limite, compensando la scarsità di dati con un’intelligenza predittiva altamente specializzata.

Il volto originario del “Salvator Mundi”

Il risultato più eclatante è la ricostruzione visiva del “Salvator Mundi” così com’era prima dei restauri: un ritratto che fonde la logica matematica dell’IA con l’intuizione storica dell’esperto. Il sistema ha elaborato oltre 10 miliardi di parametri per creare una versione dell’opera che, per Soares, mostra un altissimo grado di compatibilità fisionomica con l’ultima versione restaurata, pur restituendo caratteristiche e dettagli che erano stati perduti nel tempo.

Le immagini generate – con l’originale a sinistra e la ricostruzione AI a destra – mostrano come l’intelligenza artificiale possa integrarsi con le scienze umane per recuperare visioni autentiche, inaccessibili attraverso i soli metodi tradizionali.

Riconoscimenti internazionali e pubblicazioni scientifiche

I risultati dell’esperimento sono stati presentati lo scorso maggio a Brescia durante l’evento DOMINUS MUNDI, alla presenza di esperti internazionali di Leonardo da Vinci. Inoltre, il metodo Luminari è stato recentemente oggetto di pubblicazione sulla prestigiosa rivista scientifica Conservation Science in Cultural Heritage, edita dall’Università di Bologna in collaborazione con La Sapienza, l’Università di Palermo e l’Università di Siviglia.

Il prof. Soares è anche autore di una ricostruzione del volto della Vergine Maria sulla base della Sindone di Torino – un lavoro che lo ha portato alla scoperta di tracce della reliquia in alcune opere leonardesche. È membro attivo del consiglio scientifico di numerose istituzioni, tra cui la Mona Lisa Foundation (Zurigo), la Fondazione Leonardo da Vinci (Milano) e il Comitato Nazionale per la Valorizzazione del Patrimonio Storico, Culturale e Ambientale (Roma).

Verso un nuovo Rinascimento digitale

“Il futuro dell’umanità è innegabilmente l’Intelligenza Artificiale”, afferma Soares, “e il campo dell’attribuzione artistica non ne sarà escluso”. La sua visione è quella di una tecnologia al servizio della conoscenza, non in sostituzione ma in sinergia con lo sguardo umano: un nuovo strumento per storici, restauratori, musei e collezionisti.

Con il progetto Luminari, la scienza dell’arte entra in una nuova era: quella in cui l’algoritmo diventa alleato dell’intuizione, e l’intelligenza artificiale si fa memoria viva del passato.

📎 Per approfondire:
➡️ Articolo scientifico completo sulla rivista Conservation Science in Cultural Heritage:
https://conservation-science.unibo.it/article/view/20081/18273
➡️ Sito ufficiale del ricercatore Átila Soares:
https://professoratilasoares.weebly.com