Moda, “Restylart” per ripartire: la mission di Ledi Elia


FRANCESCO GRECO
- Una vecchia valigia abbandonata in soffitta da anni, semanticamente affollata, in una terra storicamente segnata dall’emigrazione.

Recuperata a nuova vita, diventa una gonna e poi torna di nuovo valigia (variante borsa). Metafora forte del coraggio della ripartenza dopo aver attraversato un periodo di sofferenza e di paura.

È stata la proposta con cui la stilista Ledi Elia da Racale (Lecce) è arrivata prima (categoria over) a “Arte è moda fra i due mari 2025” (concorso per giovani fashion e designer), che si è svolto nella suggestiva location della Scalinata Monumentale di Santa Maria di Leuca (organizzata dalla Pro Loco, col patrocinio del Comune di Castrignano del Capo e di UNPLI, collaborazione dell’ITS di Monteroni di Lecce e di Martina Franca, Taranto, presidente della giuria Gianni Calignano).

La registrazione del marchio alla Camera di Commercio di Lecce, del copyright e dei diritti d’autore è stata curata dall’avv. Valentina Corsano.

Ma qual è il background artistico, professionale e umano della giovane stilista pugliese? Che ruolo ha avuto la scuola e anche la madre? Ce lo spiega in questa intervista.


Ci racconti chi sei e qual è stato il tuo percorso come stilista, fino a oggi?

Nasco a Parigi da genitori salentini.
All’età di 10 anni vengo a vivere in Italia, dove proseguo passando dagli studi tecnici commerciali per poi orientarmi verso la Medicina naturale, conseguendo laurea e specialistica accademiche.
Ho sempre avuto un’attrazione e una predisposizione per l’arte ingegnosa, ma è stata mia madre, sempre a cucire e rammendare, a trasmettermi il valore e la preziosità di quest’arte.
Seguendo un bisogno personale di innovazione e creatività, ho intrapreso gli studi come modellista e prototipista nel settore moda abbigliamento presso l’ITS MITI MODA di Alessano.


In che modo la partecipazione al concorso di Leuca ha influenzato il tuo approccio creativo? E quali obiettivi ti sei posta?

Il concorso “ARTE è MODA 2025” ha incontrato i miei gusti per le tematiche trattate: arte, ambiente, recycling e sostenibilità, e mi ha stimolata a decidere di condividere il mio progetto di upcycling di una vecchia valigia portandolo in passerella.
L’obiettivo era duplice: creare un capo di moda originale e allo stesso tempo valorizzare ciò che già esiste, trasformandolo, raccontandone la storia, stimolando la creatività e restituendo una nuova utilità.


“Restylart” è il nome del tuo brand. Com’è nato e qual è la sua mission?

“Restylart” nasce dal desiderio e dal piacere di restituire valore e bellezza, in contrasto con la tendenza a guardare sempre più facilmente i difetti delle cose e troppo velocemente a considerarle fuori moda o inutili.
Personalmente, provo un grande interesse quando individuo un valore nascosto, o non riconosciuto, perché mi diverte fare il meglio per renderlo visibile e apprezzato.
Mi servo di tecniche artigianali e sartoriali per fare upcycling.
Credo in un design che non spreca ma reinventa, in un approccio ibrido e sostenibile, dove la moda non è solo estetica, ma anche etica e memoria.
È così che ho creato RLW n.1 (Re Luggage Wear n.1).


Puoi raccontarci nel dettaglio il progetto RLW n.1, come nasce l’idea, quali sono i suoi elementi chiave?

È difficile descrivere come nasca un’idea.
Per un creativo, si tratta di un attimo in cui qualcosa prende forma nella mente e subito nasce forte la scintilla del desiderio di realizzarla.
Questa vecchia valigia, così bella e così ben conservata da almeno 30 anni, era senza ruote e questa sua caratteristica l’ha resa “difettosa” per gli standard di comfort ai quali siamo abituati oggi.
Ho trascorso diverse ore a osservarla cercando la soluzione per restituirle una nuova utilità, finché in un attimo, nella mia mente, essa è diventata una gonna che si è poi trasformata in una borsa.
Gli elementi chiave di RLW n.1 sono il design modulare, che permette di riconvertire la gonna in una borsa accessoria, nonché di ritornare gonna in qualsiasi momento; l’unicità, in quanto il capo è unico e irripetibile; il design innovativo e creativo, l’artigianalità dell’handmade, l’attenzione all’ambiente, la riduzione degli sprechi e la restituzione per una nuova utilità.


Cosa vorresti che il pubblico provasse guardando il tuo lavoro?

Mi auguro che provino una bellissima emozione.