Teoma fa il suo esordio con il brano ''Di spalle al cuore'': ''La musica per me è rifugio''
È in rotazione radiofonica “Di Spalle al Cuore”, brano d’esordio dell’artista emergente Teoma, nome d’arte di Matteo Fasolo, giovane cantautore originario della Ciociaria. Un debutto intenso e ricco di sfumature emotive, che segna l’inizio di un percorso artistico maturo e profondamente personale.
Il brano, prodotto da Marco Colavecchio (in arte Calvin), nasce da un vissuto autentico e racconta la fine di un amore con uno sguardo dolente ma lucido. “Di Spalle al Cuore” è una ballata pop che scava nell’intimità dei legami, tra illusioni, distanze e quel desiderio persistente di ritrovarsi, anche solo “in un altro nome”.
“Di Spalle al Cuore descrive quel momento della vita in cui ci si sente divisi, sospesi tra ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere. È la storia di un cuore spezzato in due, che resta in bilico e non riesce a scegliere una direzione”, spiega l’artista.
“È la fotografia di una fragilità che tutti abbiamo provato almeno una volta: restare con le spalle al muro, e il cuore esposto. Questo brano è il mio modo per dire che anche nel dolore più profondo può nascere bellezza.”
Matteo Fasolo, classe 1995, ha scoperto la musica da bambino osservando il padre suonare il pianoforte. Cresciuto tra le colline ciociare, ha affinato la sua arte con dedizione e studio, guidato dalla mentore Maria Teresa Reale, vincitrice di The Voice Senior. Proprio grazie a lei ha incontrato Calvin, con cui ha dato vita a questo primo progetto discografico.
“La musica per me è casa, rifugio, verità. È dove metto a nudo tutto quello che sento” – racconta Teoma. – “Con questo brano volevo dare voce a chi, dopo una rottura, si sente smarrito ma non smette di credere che l’amore possa rinascere, magari sotto una forma diversa”.
“Di Spalle al Cuore” non è solo una canzone d’esordio, ma una dichiarazione d’intenti: portare nel pop italiano una scrittura intima, emozionale, senza filtri. Un viaggio tra le pieghe dell’anima, per imparare a riconoscersi anche nella perdita.