Disastro ferroviario Andria-Corato: chieste 15 condanne e una maxi-sanzione per Ferrotramviaria
BARI - La Procura generale di Bari ha chiesto 15 condanne comprese tra i 12 e i 6 anni di reclusione, nel processo d’appello per il disastro ferroviario del 12 luglio 2016, che costò la vita a 23 persone e provocò il ferimento di altre 51. La tragedia si consumò lungo la tratta a binario unico tra Andria e Corato, gestita all’epoca da Ferrotramviaria, con un sistema di circolazione ormai obsoleto: il blocco telefonico.
Le richieste sono state avanzate oggi dai sostituti procuratori generali Chiara Morfini e Marcello Catalano, che hanno anche chiesto la sanzione di 1,1 milioni di euro a carico di Ferrotramviaria e la revoca temporanea – per un anno – delle autorizzazioni, licenze e concessioni per l’attività di trasporto ferroviario.
Si tratta delle stesse richieste formulate dalla Procura di Trani il 27 ottobre 2022. Gli imputati, tra manager e dipendenti dell’azienda ferroviaria, rispondono a vario titolo dei reati di disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo e falso.
Il disastro e le responsabilità
Secondo l'accusa, la tragedia fu causata da una catena di errori nella gestione del traffico ferroviario. Il sistema a blocco telefonico prevedeva che i capistazione si scambiassero comunicazioni verbali per autorizzare la partenza dei treni. La mattina del 12 luglio 2016, dalla stazione di Andria, il capostazione Vito Piccarreta autorizzò la partenza del treno ET1016 da Corato alle 10:45, senza attendere che fosse arrivato. Poco dopo, alle 11:00, venne fatto partire il treno ET1021 da Andria verso Corato, sul quale si trovava il capotreno Nicola Lorizzo.
I due convogli si scontrarono frontalmente ad alta velocità, in una delle peggiori tragedie ferroviarie della storia recente italiana.
Le condanne e le assoluzioni in primo grado
Nel processo di primo grado, celebrato davanti al Tribunale di Trani, il 15 giugno 2023, vennero pronunciate due condanne:
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Vito Piccarreta, capostazione di Andria, a 6 anni e 6 mesi di reclusione
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Nicola Lorizzo, capotreno del convoglio partito da Andria, a 7 anni
Il giudice dispose 14 assoluzioni, tra cui quella di manager e dirigenti, ed escluse la responsabilità amministrativa di Ferrotramviaria, ritenendo che “il fatto non sussiste”.
L’appello e il futuro del processo
La Corte d’Appello ha fissato altre cinque udienze, dal 23 giugno all’11 luglio, dedicate alle arringhe difensive. La sentenza è attesa entro l’estate.
Nel frattempo, la tratta ferroviaria è stata completamente rinnovata. Dopo un blocco durato quasi sette anni, la circolazione è ripresa il 3 aprile 2023. Ora la linea è a doppio binario ed è dotata di moderni sistemi di sicurezza, tra cui il blocco conta assi, che consente un controllo automatizzato della posizione dei treni, scongiurando così il ripetersi di tragedie simili.
Il processo rappresenta un momento chiave per accertare le responsabilità e fare luce sulle gravi carenze di sicurezza che, secondo l’accusa, erano note ma sottovalutate, fino all’epilogo drammatico del 12 luglio 2016.