Trump e Musk, fine di un’alleanza: tra accuse, minacce e dossier Epstein esplode la guerra tra il presidente e l’imprenditore più potente del mondo


Da alleati strategici a nemici giurati.
Il rapporto tra Donald Trump ed Elon Musk sembra definitivamente giunto al capolinea. A sancire la rottura una catena di attacchi incrociati che mescola politica, affari, interessi personali e, da ultimo, persino il controverso caso Epstein.

L’innesco: il disegno di legge e l'accusa di “ingratitudine”

Tutto è cominciato con le dure critiche mosse da Musk al disegno di legge su tagli e spesa promosso dalla Casa Bianca. L’imprenditore ha definito la riforma “un disgustoso abominio”, contestando pubblicamente le scelte economiche dell’amministrazione. Trump ha reagito con forza, rompendo il silenzio durante una conferenza stampa accanto al cancelliere tedesco Merz, con parole che suonano come un congedo definitivo:
“Non so se avremo più una grande relazione. Elon è offeso per i tagli agli incentivi alle auto elettriche, ma io ho solo fatto quello che andava fatto”.

“Ingrato” e “bugiardo”: le accuse reciproche

Musk non ha tardato a replicare, accusando il presidente di “ingratitudine” e sostenendo di averlo aiutato a vincere le elezioni, salvo poi essere dimenticato. Sui social ha rincarato la dose:
“Chi se ne importa”, ha scritto su X, liquidando l'intera vicenda.
E quando Trump ha affermato che Musk conosceva la legge contestata, il CEO di Tesla ha smentito categoricamente:
“Non mi è mai stata mostrata prima”.

Sondaggio esplosivo: “Serve un nuovo partito?”

A rafforzare l’intenzione di separarsi politicamente da Trump, Musk ha pubblicato su X un sondaggio esplosivo:
“È ora di creare un nuovo partito politico che rappresenti l’80% della popolazione?”
Il sondaggio, con oltre 260.000 voti in pochi minuti, ha visto l’84% degli utenti votare “sì”. Un chiaro segnale dell’influenza di Musk nell’elettorato americano.

E ha aggiunto, lanciando una frecciata diretta:
“A Trump restano 3 anni e mezzo, ma io resterò in carica per più di 40 anni…”.

“L’uomo più ricco contro il più potente”

A riassumere la tensione, le parole di Laura Loomer, influencer vicina a Trump:
“I parlamentari si stanno chiedendo se stare con Trump o con Elon. È l’uomo più potente del mondo contro l’uomo più ricco”.
Uno scontro epocale, che ora scuote anche i vertici del partito repubblicano.

Trump minaccia Musk: “Stop a contratti e sussidi”

Il presidente ha rilanciato su Truth Social, affermando di voler cancellare i contratti governativi con Musk:
“Il modo più semplice per risparmiare miliardi è porre fine ai contratti con Elon”, scrive, sottolineando come perfino Biden non abbia mai avuto il coraggio di farlo.
Immediata la reazione dei mercati: Tesla ha perso circa 150 miliardi di dollari in poche ore a Wall Street.

La bomba di Musk: “Trump è nei file Epstein”

Ma il punto di non ritorno arriva con un post devastante:
“È ora di sganciare la bomba: Trump è nei file di Epstein. È per questo che non sono stati resi pubblici. Buona giornata, DJT!”, scrive Musk su X.
E rincara:
“Segnate questo post per il futuro. La verità verrà fuori”.

Il riferimento è ai documenti parzialmente desecretati a febbraio dal caso Epstein, che confermavano i contatti fra Trump e il controverso finanziere, già noti da tempo. Trump risulta nei registri di volo del Lolita Express nel 1993 e 1994, ma non è chiaro se i documenti ancora segreti contengano elementi inediti.

Musk minaccia di ritirare Dragon: colpo alla NASA

In risposta alla minaccia sui contratti, Musk ha annunciato la possibile chiusura del programma Dragon di SpaceX, la navetta spaziale utilizzata dalla NASA per trasporti sulla Stazione Spaziale Internazionale.
“Alla luce della cancellazione dei contratti, inizieremo a dismettere la navicella Dragon”, ha dichiarato, mettendo a rischio i futuri programmi di esplorazione lunare e marziana.

Una frattura politica irreparabile?

Nel frattempo, Musk ha anche rilanciato un commento che suggerisce un clamoroso scenario politico:
“Trump dovrebbe essere sottoposto a impeachment e sostituito da JD Vance”, scrive un utente, ricevendo l’approvazione implicita del patron di Tesla.

Intanto Trump prova a rimettere ordine e rivendica con orgoglio il suo piano di riforma economica:
“È il taglio fiscale più grande della storia. Se non passa, arriverà un aumento delle tasse del 68%. Io non ho creato questo caos, ma sono qui per risolverlo”.