Barletta, il cantore Luigi Bruno canta la devozione di una città intera ai Santi Patroni



NICOLA RICCHITELLI - La sua figura è da anni parte spirituale della festa: dove si muove il quadro della Madonna dello Sterpeto, si leva anche il suo canto. Nei vicoli e tra le luci delle luminarie, la sua voce diventa ponte tra la devozione dei barlettani fino a raggiungere il suo Sacro Manto, con la sua voce guida il lungo cammino dei tanti devoti barlettani che ogni anno accompagnano l’icona della Madonna dello Sterpeto dal suo santuario alla città, in quella voce si intrecciano fede e appartenenza, memoria e identità: è quella di Luigi Bruno, cantore e custode dei canti devozionali mariani.

Le sue melodie in dialetto, tramandate da generazioni, sono carezze alla memoria e balsamo per l’anima.
Ogni parola che intona è una fiammella accesa nella fede, un ponte tra la terra e il cielo, tra Barletta e la sua Patrona.

Il suo canto non è esibizione ma bensì preghiera viva ed eco di un popolo. Le sue melodie in dialetto barlettano non solo accompagnano la processione, ma rendono partecipi anche i cuori più distanti, con voce limpida e commossa, trasmette la fede dei padri e la speranza delle nuove generazioni. Con la sua dedizione, Luigi Bruno mantiene viva una tradizione orale che rischiava di spegnersi. La sua è una missione silenziosa ma potentissima: far sì che ogni barlettano possa riconoscersi, almeno per un giorno, in un canto antico e senza tempo.

Luigi Bruno ha rafforzato la connessione tra rito e popolo. Grazie alla sua interpretazione, i versi antichi risuonano ogni anno nelle strade di Barletta. Dove passano i Santi Patroni, lì si ode la sua voce: non come un suono, ma come un abbraccio, in quel canto, ogni devoto si riconosce, Luigi Bruno non è solo un cantore è il respiro stesso della devozione che cammina.