Brindisi, confiscati beni per 3,5 milioni a ex imprenditori condannati: estorsione, autoriciclaggio e falso tra i reati
Operazione della Guardia di Finanza nell’ambito della strategia di contrasto alla criminalità economica
BRINDISI – La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Brindisi, su incarico della Procura della Repubblica, ha eseguito una confisca definitiva di beni per un valore complessivo di circa 3,5 milioni di euro, nei confronti di due ex imprenditori locali, marito e moglie, condannati con sentenza passata in giudicato nel 2020.
Il provvedimento è stato emesso dal Giudice dell’Esecuzione del Tribunale di Brindisi, al termine di una lunga e articolata vicenda giudiziaria che ha portato alla condanna della coppia per reati di particolare gravità , tra cui:
- estorsione ai danni dei lavoratori,
- autoriciclaggio,
- lesioni colpose,
- falso.
I due erano noti per aver gestito una catena di negozi di arredamento con filiali dislocate nelle province di Brindisi, Lecce, Bari, Foggia, Matera e Milano.
Attraverso complesse indagini patrimoniali e finanziarie, le Fiamme Gialle hanno ricostruito i flussi economici e gli investimenti effettuati nel tempo, evidenziando una marcata sproporzione tra i beni accumulati e il reddito ufficialmente dichiarato.
La confisca è stata attuata in base all’art. 240-bis del Codice Penale (confisca allargata), uno strumento giuridico che consente di sottrarre definitivamente beni mobili, immobili, quote societarie e disponibilità finanziarie ritenuti frutto di ricchezza illecita, anche in assenza di una condanna specifica per reati di natura economica.
L’operazione si inserisce nella più ampia strategia della Guardia di Finanza per colpire i patrimoni illecitamente accumulati, riducendo l’attrattiva del crimine e ristabilendo legalità ed equità nel tessuto economico locale.