Burgesi, Casili (M5S): “Riapertura discarica è una vergogna istituzionale. Decisione grave, calata dall’alto”


UGENTO
 – «Una vergogna istituzionale». Così il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Cristian Casili definisce la decisione della Regione Puglia di riaprire la discarica di Burgesi, nel territorio di Ugento. Una scelta «gravissima», secondo l'esponente pentastellato, che sarebbe stata assunta nel silenzio, senza coinvolgere né informare i rappresentanti istituzionali del territorio.

«La riapertura della discarica di Burgesi è una ferita aperta che la Regione ha deciso, irresponsabilmente, di riaprire – dichiara Casili –. È una scelta calata dall’alto su un territorio già martoriato, senza alcun rispetto per le istituzioni locali e per le comunità che da anni lottano per la tutela dell’ambiente e della salute. Come consiglieri salentini saremmo dovuti essere almeno informati. Invece, abbiamo appreso la notizia da una comunicazione dell’AGER (Agenzia regionale per la gestione dei rifiuti) inviata ai 17 comuni coinvolti. È uno schiaffo alla trasparenza e alla partecipazione democratica».

Casili ha annunciato la richiesta urgente di un’audizione in Commissione Ambiente dell’assessora regionale all’Ambiente Triggiani, del direttore del Dipartimento Garofoli e del direttore dell’AGER Pansini, per fare piena luce sull’iter che ha portato all’approvazione della delibera di riapertura.

«Seguo da anni la vicenda Burgesi – prosegue – e ho sempre denunciato i rischi del progetto di sopraelevazione della discarica. Non è un’opposizione di bandiera o per campanilismo, ma fondata su motivazioni ambientali e sanitarie. La delibera è inaccettabile sia nel metodo che nel merito: il Piano Rifiuti non può essere modificato dalla Giunta senza un passaggio in Consiglio, come previsto dalla normativa. Siamo di fronte a una forzatura istituzionale».

Il consigliere sottolinea anche il pesante tributo pagato negli anni dalle comunità salentine: «Ugento e i comuni limitrofi hanno già subito gravi danni ambientali e sanitari. Chiedere loro ulteriori sacrifici è indegno. Non si può continuare a considerare il Salento una pattumiera a cielo aperto solo per colmare le carenze di pianificazione della Regione. È ora di cambiare rotta verso una gestione dei rifiuti moderna, sostenibile e rispettosa dei territori».

Casili conclude ribadendo la sua ferma opposizione: «Io non ci sto. Sarò al fianco dei cittadini, delle amministrazioni locali e di tutti coloro che continueranno a opporsi a questa scelta miope e pericolosa. La Regione revochi immediatamente la delibera: lo sviluppo del Salento passa dal rispetto e dalla salvaguardia del suo territorio, non dalla sua devastazione».