Punta Perotti, la Cassazione chiude il caso: “Nessun ulteriore risarcimento alle imprese”


La Suprema Corte accoglie il ricorso del Comune di Bari: stop ai maxi risarcimenti richiesti da Sudfondi e Mabar. Leccese: “Scongiurato un rischio gravissimo per il bilancio comunale”

ROMA – La Corte di Cassazione ha posto la parola fine sulla lunga e complessa vicenda giudiziaria di Punta Perotti, respingendo definitivamente le richieste di risarcimento aggiuntivo avanzate dalle società Sudfondi e Mabar per la demolizione del complesso edilizio abusivo sul lungomare sud di Bari.

Con le sentenze n. 21758 e 21759, la Suprema Corte ha accolto i ricorsi presentati dal Comune di Bari, difeso dagli avvocati Giorgio Costantino, Nino Matassa ed Eugenio Mangone, contro le decisioni della Corte d’Appello che avevano riconosciuto alle imprese un ulteriore indennizzo per circa 12 milioni di euro complessivi.

Nessun indennizzo oltre quanto stabilito dalla CEDU

Secondo la Cassazione, i risarcimenti già concessi dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU)40 milioni a Sudfondi e 9 milioni a Mabar – hanno carattere definitivo e assorbente. La Corte ha stabilito che non è possibile ottenere un secondo risarcimento per gli stessi fatti, anche se attraverso vie giurisdizionali diverse.

Le due società avevano infatti sostenuto che i danni risarciti dalla CEDU coprissero solo la confisca, e non gli ulteriori danni causati dal rilascio iniziale del permesso edilizio, ritenuto poi illegittimo. La Cassazione ha però respinto questa tesi, chiarendo che nessun giudice nazionale può riconoscere ulteriori danni su fatti già esaminati e decisi dalla Corte di Strasburgo.

Richieste record: 430 milioni complessivi respinti

La pronuncia della Cassazione mette fine anche al tentativo delle società di ottenere un maxi risarcimento aggiuntivo: circa 400 milioni di euro per Sudfondi e 30 milioni per Mabar. Un rischio economico enorme, che – secondo quanto dichiarato dal sindaco di Bari, Vito Leccese – avrebbe potuto minacciare la tenuta del bilancio comunale.

“Con queste decisioni si chiude un contenzioso che durava da decenni – ha dichiarato Leccese –. Si tratta di una vittoria importante per Bari e per i suoi cittadini, che non saranno chiamati a sostenere oneri economici sproporzionati per errori che risalgono a oltre vent’anni fa. Ora possiamo guardare avanti”.

Punta Perotti: da ferita urbana a simbolo di rigenerazione

Oggi, a distanza di anni dalla demolizione del complesso, l’area di Punta Perotti è al centro del progetto di rigenerazione urbana "Costa Sud", promosso dal Comune di Bari in sinergia con il Piano Paesaggistico Regionale. Un’iniziativa che punta alla valorizzazione naturalistica e paesaggistica dell’intero litorale sud della città.

“Spero che ci siano ora le condizioni – ha aggiunto il sindaco – per sanare definitivamente le ferite di una vicenda dolorosa e ridare dignità a una zona che rappresenta un patrimonio collettivo”.

Il precedente: lo Stato e non il Comune paga i risarcimenti CEDU

La Cassazione conferma infine quanto già stabilito dal Tribunale di Bari in un diverso giudizio tra Comune e Stato italiano: gli indennizzi imposti dalla CEDU gravano sullo Stato, non sull’amministrazione comunale.

Con questa doppia vittoria legale, il Comune di Bari mette dunque un punto fermo su una delle pagine urbanistiche e giudiziarie più controverse della sua storia recente, rilanciando il futuro del lungomare come spazio pubblico, libero e rigenerato.