Un grave incendio segnò nel 1601 la città di Bari

 


VITTORIO POLITO - Che gli incendi a Bari siano stati sempre di attualità (Petruzzelli docet), ne fa menzione Antonio Beatillo (1570-1642), barese, avviato alla carriera ecclesiastica, nel suo “Historia di Bari”, pubblicata a Napoli nel 1637 e rieditata a Bari da Cacucci Editore (2018), a cura di Domenico Lassandro e Paolo Ostuni (disegni di Nunzio Giorgio), quale omaggio alla nostra Città. L’opera è stata resa accessibile al moderno lettore attraverso una serie di adattamenti grafici e linguistici e soprattutto con la traduzione delle numerose parti in latino, arricchito con note esplicative e aggiuntive per rendere facile la comprensione di molti termini desueti, ma questa è un’altra storia.

La prima domenica di Quaresima del 1601 una grande sciagura colpì Bari a causa di un incendio che prese inizio nel magazzino di un certo Cozzoletti in Piazza Mercantile e che presto divampò coinvolgendo il Palazzo del Sedile, nel quale erano custodite armi e polveri da sparo e l’annessa chiesetta di Santa Maria della Misericordia.  A causa del forte vento, l’incendio si propagò con facilità nei vicini edifici e le autorità si preoccuparono non poco per il Palazzo del Sedile, deposito di armi e munizioni della città. Le fiamme raggiunsero rapidamente il Palazzo e i depositi delle armi, investendo alcune fabbriche, arrecando molti danni agli edifici vicini, dove trovarono la morte oltre sessanta persone.

Nella stessa piazza Mercantile nel 1602 fu ricostruito il Palazzo del Sedile, sede del Governo della Città e, sul campanile, fu installato l’orologio (ancora esistente), proveniente dalla Germania, il quale oltre alle ore batteva anche i quarti (cosa mai vista in Puglia), di grande utilità per i commercianti dell’epoca. Inoltre fecero porre la seguente iscrizione (in latino): 

«Per l’utilità e il vantaggio dei Cittadini, con pubblico denaro e per decreto, questo luogo fu restaurato a cura dei Sindaci della Fedelissima Città, Nicola Donato Incuria e Pietro Ponzo. Anno del Signore 1602».

Il Palazzo, che per diversi secoli fu adibito alle riunioni del Governo della Città e, come detto, a deposito di armi e munizioni, essendosi rivelato non più idoneo a tale scopo, verso la fine del ‘700 si iniziò a pensare ad una sede più idonea e quindi si pensò ad adattare all’interno un Teatro che Vito Antonio Melchiorre ricorda nel suo libro “Storie Baresi” (Levante), il 1804 come data certa di inizio della funzionalità.

Curiosità: Antonio Beatillo, che probabilmente fu testimone del tragico evento, riporta il caso di un sacerdote della Compagnia del Gesù, impegnato in una serie di conferenze nella Basilica di San Nicola per la ricorrenza pasquale, indicando l’evento dannoso come segno della volontà divina in relazione ai peccati degli uomini. L’argomento fu così convincente da indurre diversi miscredenti a pentirsi delle loro mancanze e anche sette donne del malaffare che, sensibilizzate dalle parole del predicatore, decisero di cambiare vita, rifugiandosi nel Monastero delle convertite, accompagnate da una gran folla, fra manifestazioni di giubilo per il loro ravvedimento.