Bari, formati i primi 70 Infermieri di Famiglia e Comunità: “Una sanità più vicina ai cittadini”
BARI – La ASL di Bari ha celebrato oggi un momento importante per il futuro dell’assistenza sanitaria territoriale: la consegna degli attestati ai primi 70 Infermieri di Famiglia e di Comunità, figure chiave nel nuovo modello di sanità pubblica più vicina ai bisogni quotidiani delle persone.
La cerimonia si è tenuta presso l’Auditorium Arcobaleno, nella sede della ASL barese, alla presenza di numerose autorità, tra cui il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Piemontese, il direttore generale della ASL Bari Luigi Fruscio, il dirigente responsabile delle Professioni Sanitarie Ospedaliere e Territoriali Mauro Martucci, e il presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Bari Saverio Andreula.
Emiliano: “Angeli custodi nelle nostre famiglie”
“È un’innovazione della Regione Puglia – ha sottolineato il presidente Emiliano – che consente alle famiglie di avere un supporto sanitario quotidiano. Gli infermieri di famiglia non solo migliorano la qualità della vita dei pazienti, ma alleggeriscono anche il carico delle strutture sanitarie, prevenendo ricoveri inutili o accessi impropri al pronto soccorso. Sono veri e propri angeli custodi, capaci di formare e supportare i pazienti nell’interazione con un sistema sanitario sempre più complesso e tecnologico”.
Una figura strategica per il territorio
L’Infermiere di Famiglia e Comunità lavora a stretto contatto con i medici di medicina generale e altri professionisti del territorio, agendo come punto di riferimento per le famiglie. Il loro ruolo è previsto dalla Missione 6, Componente 1 del PNRR, in particolare nella riforma della sanità territoriale delineata dal DM 77/2022.
Queste figure professionali saranno operative non solo sul territorio ma anche nelle Case di Comunità, nelle Centrali Operative Territoriali (COT), negli Ospedali di Comunità e nelle Unità di Continuità Assistenziale.
Piemontese: “L’infermiere che bussa alla porta”
“Con questa cerimonia – ha dichiarato l’assessore Piemontese – compiamo un passo decisivo nella costruzione di una sanità più umana e accessibile. L’infermiere di famiglia non risponde più al campanello di un reparto, ma bussa direttamente alla porta delle persone. Per questo abbiamo avviato percorsi formativi in tutta la regione, con oltre 83 mila euro investiti per formare professionisti capaci di affrontare la complessità della vita reale”.
Un progetto strutturato e radicato
La ASL Bari prevede la formazione di 300 infermieri, distribuiti in sei classi da 50 unità. Durante il tirocinio, gli infermieri hanno realizzato progetti concreti nei contesti territoriali, promuovendo la salute e intervenendo su temi come la prevenzione delle cronicità, l’educazione sanitaria e la presa in carico di persone fragili.
“Per noi – ha evidenziato il direttore generale Fruscio – non è solo una cerimonia, ma un gesto di fiducia verso il futuro. Questi professionisti saranno presenza viva accanto alle persone, in ogni angolo del territorio. Formarli bene e renderli parte integrante della comunità è il modo migliore per costruire una sanità pubblica più giusta e capillare”.
Martucci: “Progetti per ogni realtà locale”
“Dai comuni costieri a quelli dell’entroterra – ha concluso Mauro Martucci – abbiamo visto nascere progetti su misura per ogni comunità, affrontando le esigenze di prevenzione, aderenza terapeutica e supporto alle fragilità sociali e sanitarie. È questa la nuova sanità di prossimità, ed è già realtà”.
L’esperienza pratica maturata durante la formazione ha consolidato la centralità dell’Infermiere di Famiglia e Comunità come pilastro della nuova assistenza territoriale, proiettando il sistema sanitario pugliese verso un futuro più vicino, umano e partecipato.
La cerimonia si è tenuta presso l’Auditorium Arcobaleno, nella sede della ASL barese, alla presenza di numerose autorità, tra cui il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Piemontese, il direttore generale della ASL Bari Luigi Fruscio, il dirigente responsabile delle Professioni Sanitarie Ospedaliere e Territoriali Mauro Martucci, e il presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Bari Saverio Andreula.
Emiliano: “Angeli custodi nelle nostre famiglie”
“È un’innovazione della Regione Puglia – ha sottolineato il presidente Emiliano – che consente alle famiglie di avere un supporto sanitario quotidiano. Gli infermieri di famiglia non solo migliorano la qualità della vita dei pazienti, ma alleggeriscono anche il carico delle strutture sanitarie, prevenendo ricoveri inutili o accessi impropri al pronto soccorso. Sono veri e propri angeli custodi, capaci di formare e supportare i pazienti nell’interazione con un sistema sanitario sempre più complesso e tecnologico”.
Una figura strategica per il territorio
L’Infermiere di Famiglia e Comunità lavora a stretto contatto con i medici di medicina generale e altri professionisti del territorio, agendo come punto di riferimento per le famiglie. Il loro ruolo è previsto dalla Missione 6, Componente 1 del PNRR, in particolare nella riforma della sanità territoriale delineata dal DM 77/2022.
Queste figure professionali saranno operative non solo sul territorio ma anche nelle Case di Comunità, nelle Centrali Operative Territoriali (COT), negli Ospedali di Comunità e nelle Unità di Continuità Assistenziale.
Piemontese: “L’infermiere che bussa alla porta”
“Con questa cerimonia – ha dichiarato l’assessore Piemontese – compiamo un passo decisivo nella costruzione di una sanità più umana e accessibile. L’infermiere di famiglia non risponde più al campanello di un reparto, ma bussa direttamente alla porta delle persone. Per questo abbiamo avviato percorsi formativi in tutta la regione, con oltre 83 mila euro investiti per formare professionisti capaci di affrontare la complessità della vita reale”.
Un progetto strutturato e radicato
La ASL Bari prevede la formazione di 300 infermieri, distribuiti in sei classi da 50 unità. Durante il tirocinio, gli infermieri hanno realizzato progetti concreti nei contesti territoriali, promuovendo la salute e intervenendo su temi come la prevenzione delle cronicità, l’educazione sanitaria e la presa in carico di persone fragili.
“Per noi – ha evidenziato il direttore generale Fruscio – non è solo una cerimonia, ma un gesto di fiducia verso il futuro. Questi professionisti saranno presenza viva accanto alle persone, in ogni angolo del territorio. Formarli bene e renderli parte integrante della comunità è il modo migliore per costruire una sanità pubblica più giusta e capillare”.
Martucci: “Progetti per ogni realtà locale”
“Dai comuni costieri a quelli dell’entroterra – ha concluso Mauro Martucci – abbiamo visto nascere progetti su misura per ogni comunità, affrontando le esigenze di prevenzione, aderenza terapeutica e supporto alle fragilità sociali e sanitarie. È questa la nuova sanità di prossimità, ed è già realtà”.
L’esperienza pratica maturata durante la formazione ha consolidato la centralità dell’Infermiere di Famiglia e Comunità come pilastro della nuova assistenza territoriale, proiettando il sistema sanitario pugliese verso un futuro più vicino, umano e partecipato.
