Bari, salta la risoluzione per la Palestina: centrosinistra lascia l’Aula e fa mancare il numero legale
BARI – Un’occasione mancata per esprimere solidarietà concreta al popolo palestinese. È quanto accaduto oggi durante il Consiglio comunale di Bari, dove si sarebbe dovuta discutere e approvare una risoluzione urgente a sostegno della popolazione colpita da una delle più gravi emergenze umanitarie del nostro tempo. Ma la discussione si è interrotta ancor prima di cominciare: il centrosinistra ha abbandonato l’Aula, facendo mancare il numero legale e impedendo la votazione dell’atto.
La proposta, secondo quanto riferito dai gruppi consiliari che l’hanno sostenuta, non conteneva proclami ideologici né gesti simbolici, ma un invito concreto e personale: una donazione volontaria dei consiglieri, a titolo individuale, come segno tangibile di vicinanza alla popolazione palestinese. Un’iniziativa che avrebbe potuto segnare un passo diverso rispetto alla sola retorica.
A restare in Aula e garantire la propria presenza sono stati i consiglieri di centrodestra, del gruppo Laforgia e del Movimento 5 Stelle. “Non chiedevamo astratti proclami, come la consegna delle chiavi della città alla dottoressa Albanese – si legge in una nota diffusa dal centrodestra – ma un gesto concreto per aiutare chi oggi vive sotto le bombe e senza aiuti. Evidentemente il centrosinistra, quando si tratta di passare dalle parole ai fatti, si dilegua. E lo fa nel peggiore dei modi: scappando dal confronto”.
Critiche dure, anche sul piano politico: “La maggioranza ha perso l’occasione per dimostrare che la solidarietà può essere reale, trasparente e disinteressata. Non solo uno slogan da convegno o una bandiera da sventolare a piacimento”.
Il centrodestra ha già annunciato l’intenzione di ripresentare la risoluzione, anche più volte, affinché il Consiglio comunale si assuma la responsabilità di un gesto concreto. “Non c’è rispetto più grande per chi soffre – concludono – che quello che passa dai fatti, non solo dalle parole”.
La vicenda accende i riflettori sulle dinamiche interne al Consiglio barese e sulle fratture che si aprono anche sui grandi temi internazionali, riportando al centro la domanda su quanto le istituzioni locali possano (e debbano) agire, anche simbolicamente, in favore dei diritti umani e della solidarietà globale.
La proposta, secondo quanto riferito dai gruppi consiliari che l’hanno sostenuta, non conteneva proclami ideologici né gesti simbolici, ma un invito concreto e personale: una donazione volontaria dei consiglieri, a titolo individuale, come segno tangibile di vicinanza alla popolazione palestinese. Un’iniziativa che avrebbe potuto segnare un passo diverso rispetto alla sola retorica.
A restare in Aula e garantire la propria presenza sono stati i consiglieri di centrodestra, del gruppo Laforgia e del Movimento 5 Stelle. “Non chiedevamo astratti proclami, come la consegna delle chiavi della città alla dottoressa Albanese – si legge in una nota diffusa dal centrodestra – ma un gesto concreto per aiutare chi oggi vive sotto le bombe e senza aiuti. Evidentemente il centrosinistra, quando si tratta di passare dalle parole ai fatti, si dilegua. E lo fa nel peggiore dei modi: scappando dal confronto”.
Critiche dure, anche sul piano politico: “La maggioranza ha perso l’occasione per dimostrare che la solidarietà può essere reale, trasparente e disinteressata. Non solo uno slogan da convegno o una bandiera da sventolare a piacimento”.
Il centrodestra ha già annunciato l’intenzione di ripresentare la risoluzione, anche più volte, affinché il Consiglio comunale si assuma la responsabilità di un gesto concreto. “Non c’è rispetto più grande per chi soffre – concludono – che quello che passa dai fatti, non solo dalle parole”.
La vicenda accende i riflettori sulle dinamiche interne al Consiglio barese e sulle fratture che si aprono anche sui grandi temi internazionali, riportando al centro la domanda su quanto le istituzioni locali possano (e debbano) agire, anche simbolicamente, in favore dei diritti umani e della solidarietà globale.
