Bari, ex maresciallo della Marina ottiene giustizia: condannati i Ministeri della Difesa e dell’Interno per esposizione ad amianto
BARI – Dopo quasi quarant’anni di servizio tra navi, arsenali e basi militari, un ex Primo Maresciallo della Marina Militare ha vinto la sua battaglia contro l’amianto. Il Tribunale di Bari ha riconosciuto il suo status di vittima del dovere, condannando i Ministeri della Difesa e dell’Interno a garantire i benefici previsti dalla legge, accertando il legame diretto tra le gravissime patologie e la prolungata esposizione ad amianto durante la carriera militare.
D.T.E., originario di Taranto e residente ad Adelfia (Ba), si arruolò nel 1986 e prestò servizio a bordo di unità navali storiche come l’Intrepido e il Vittorio Veneto, oltre che nelle basi e negli arsenali di Taranto, Cagliari e La Maddalena. In quegli anni, senza adeguate protezioni, fu esposto a fibre di amianto e radiazioni, un rischio definito dalla sentenza “ubiquitario e costante”.
La diagnosi del 2015 di asbestosi polmonare e ispessimenti pleurici, seguita da un congedo forzato nel 2019, aveva segnato la sua vita. Dopo anni di ricorsi e resistenze burocratiche, il giudice ha riconosciuto il nesso causale tra esposizione e malattia, stabilendo un indennizzo di 60.000 euro e un vitalizio mensile di 2.000 euro, con effetto retroattivo dal 2019.
«Questa sentenza è un segnale forte: chi ha servito il Paese non può essere dimenticato, soprattutto quando ha pagato un prezzo così alto alla propria salute», dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, che ha assistito il militare.
Amianto e Marina Militare: una ferita ancora aperta
Il caso del Tribunale di Bari non è isolato. L’amianto è stato largamente utilizzato nelle unità navali fino agli anni Duemila: coibentazioni, tubature, impianti e locali di vita erano impregnati di fibre nocive.
Secondo l’Osservatorio Nazionale Amianto, migliaia di militari sono stati esposti quotidianamente a polveri e fibre di asbesto in ambienti chiusi e poco ventilati, sviluppando nel tempo patologie gravi e spesso mortali, come mesotelioma, tumore polmonare e asbestosi. Ogni anno si registrano centinaia di nuovi casi tra ex appartenenti alla Marina, una vera e propria “strage silenziosa” che colpisce le famiglie dei servitori dello Stato.
L’ONA conferma il proprio impegno al fianco delle vittime, offrendo assistenza legale e medica tramite il sito www.osservatorioamianto.it e il numero verde 800 034 294.
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