Omicidio Paolo Stasi, ergastolo a Cristian Candita: “Condivise il piano con il killer”


FRANCAVILLA FONTANA – Cristian Candita, 24 anni, non avrebbe premuto il grilletto, ma secondo i giudici della Corte d’Assise di Brindisi avrebbe avuto un ruolo determinante nell’omicidio di Paolo Stasi. Per questo è stato condannato in primo grado all’ergastolo con isolamento diurno per un anno.

La sentenza, depositata a poche ore dalla scadenza dei termini che rendono definitiva la condanna a 16 anni per Luigi Borracino – l’esecutore materiale del delitto –, descrive Candita non come un semplice autista inconsapevole, ma come colui che aveva “aderito totalmente al piano del suo amico”, condividendo l’idea che fosse “meglio uccidere che gambizzare” il 19enne.

Le motivazioni della Corte
Nelle 160 pagine firmate dal presidente Maurizio Saso e dal giudice Adriano Zullo, emerge un quadro nitido: Candita non solo accompagnò Borracino in via Occhibianchi il 9 novembre 2022, ma contribuì a premeditare l’agguato. Quel pomeriggio, Paolo Stasi fu freddato sul pianerottolo di casa con due colpi di pistola.

Il delitto maturò in un contesto segnato da traffici di droga e debiti legati allo spaccio, scenario che, secondo la Corte, alimentò il movente dell’omicidio e delineò dinamiche poco lusinghiere nella realtà criminale francavillese.

Le difese e le parti in causa
Candita è difeso dall’avvocato Maurizio Campanino, che con ogni probabilità impugnerà la sentenza. A rappresentare la famiglia Stasi è l’avvocato Domenico Attanasi, mentre il pubblico ministero Giuseppe De Nozza ha coordinato le indagini condotte dai carabinieri e sostenuto l’accusa in aula.

Con questa sentenza, la giustizia compie un nuovo passo in una vicenda che ha scosso profondamente la comunità di Francavilla Fontana, lasciando ancora aperte ferite e domande.