Barletta, 16 arresti per riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori


BARLETTA – Sedici persone, di età compresa tra i 21 e i 57 anni, sono state arrestate a Barletta con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al trasferimento fraudolento di valori, ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio e impiego di denaro di provenienza illecita.

Il capo della Procura di Trani, Renato Nitti, ha definito gli indagati come “criminali che hanno inquinato l’economia sana”. Il GIP del tribunale di Trani ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di 5 bar, una ditta all’ingrosso di prodotti surgelati, due alloggi popolari abusivamente occupati e autoveicoli, tutti con sede a Barletta.

Secondo le indagini, coordinate dal magistrato Ubaldo Leo e svolte dalla squadra mobile di Andria e dalla Sisco di Bari, gli indagati avrebbero messo in piedi due associazioni per delinquere che reinvestivano proventi illeciti nell’economia legale, acquistando imprese e bar senza risorse proprie, intestandoli a parenti o soggetti terzi incensurati. Alcuni stipendi erano pagati a familiari che non svolgevano attività lavorativa, così da ripulire denaro proveniente anche dallo smercio di droga.

L’inchiesta trae origine dall’omicidio di Michele Cilli, 24enne di Barletta scomparso nel gennaio di tre anni fa, il cui corpo non è stato mai ritrovato. Due persone sono state indagate per il delitto: Dario Sarcina, esecutore materiale accusato di omicidio volontario, e Cosimo Damiano Borraccino, accusato di soppressione di cadavere.

Coinvolti nell’inchiesta anche un commercialista e un consulente del lavoro, che avrebbero indicato livelli contrattuali e modalità di pagamento per mantenere le operazioni “sotto soglia di legalità”. I nuclei familiari dei due sodalizi criminali avevano inoltre occupato arbitrariamente due alloggi popolari di proprietà dell’Arca Puglia, ora sottoposti a sequestro.

Fondamentali sono state le intercettazioni, anche se non obbligatorie per questo tipo di reati. Il principale indagato dava indicazioni dal carcere, e senza intercettazioni e videointercettazioni sarebbe stato difficile scoprirlo”, ha concluso Nitti.