Cie di Bari Palese, il Ministero dell’Interno condannato a risarcire il Comune: “Negata la dignità delle persone trattenute”


BARI - La Corte d’Appello di Bari ha condannato il Ministero dell’Interno a risarcire 20mila euro, oltre rivalutazione e interessi, al Comune di Bari per quanto accaduto nel Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di Bari Palese durante gli anni di attività della struttura.

Secondo i giudici, nel centro si sarebbe verificata “una vera e propria negazione della dignità delle persone straniere trattenute, costrette a vivere in condizioni estremamente degradate”. Una situazione che, oltre a ledere i diritti fondamentali degli ospiti, avrebbe inciso negativamente anche sull’identità della città di Bari.

La Corte sottolinea che il danno riconosciuto non riguarda l’immagine turistica o economica della città, ma la compromissione dei “valori umanitari e solidaristici, costituzionalmente protetti, riconducibili all’identità storica, culturale, politica e sociale della comunità barese”. Valori che rappresentano un patrimonio condiviso e che, secondo i giudici, sono stati colpiti dalla gestione del centro, lasciando ripercussioni concrete sul sentimento e sul comportamento della collettività.