Maria Pia Pizzolla: la cantautrice pugliese ci racconta il suo nuovo singolo ''Meno-pausa''
E' disponibile su tutte le piattaforme digitali, “Meno-pausa”, il nuovo singolo di Maria Pia Pizzolla, cantautrice originaria della Puglia e toscana d’adozione da oltre vent’anni. Il brano affronta in chiave ironica e leggera un tema tanto delicato quanto universale: il turbolento viaggio ormonale delle donne, dall’adolescenza al parto fino alla menopausa.
“Parlo di questi ormoni impazziti – racconta l’artista – che ogni donna deve imparare a gestire nel corso della vita. È un modo per esorcizzare con il sorriso una fase troppo spesso ignorata o trattata con imbarazzo.”
Prodotto da Roberta Giallo (che firma anche il brano insieme a Letizia Vaccariello e Maria Pia Pizzolla), “Meno-pausa” è stato registrato presso i celebri studi Fonoprint di Bologna.
Maria Pia Pizzolla nasce a Foggia ma vive da anni a Camaiore (LU), dove insegna canto a livello professionale. La sua carriera musicale inizia nel 2001 come corista per Zarfati, per poi entrare nella scuola di “Saranno Famosi” (oggi “Amici”), dove arriva fino alle ultime puntate prima della finale. Nel 2002 partecipa al Tim Tour, promuovendo il disco omonimo che vende oltre 500.000 copie. Nello stesso anno prende parte, con i SuperZoo, al programma “Destinazione Sanremo” su RAI 2, risultando tra i vincitori che accederanno alla sezione Giovani del Festival di Sanremo 2003.
In seguito è ospite in numerosi programmi televisivi, tra cui Le Iene, Maurizio Costanzo Show e presenza fissa a Buona Domenica. Nel 2020 intraprende una nuova fase della sua carriera come cantautrice solista, scegliendo di raccontare il mondo attraverso uno sguardo personale e sociale, lontano dai cliché dell’amore romantico. I suoi testi affrontano temi come il femminicidio, il patriarcato, l’indifferenza e la menopausa, con autenticità e originalità .
Ha pubblicato tre album: Altri tipi di storie (contenente il brano sanremese “Tre Fragole”, con oltre 15.000 copie vendute), Soldi e farfalle, Alla luce.
Un brano che racconta una tematica importante come la menopausa. Se ne parla sempre poco?
Si parla ancora poco di tutto ciò che riguarda davvero l’esperienza femminile. Ci sono momenti nella nostra vita in cui gli ormoni ci cambiano profondamente: quando diventiamo “signorine”, quando affrontiamo una gravidanza, il parto, il post–parto… e poi la menopausa. Sono passaggi importanti, delicati, che plasmano chi siamo.
Un percorso che riguarda non solo chi la attraversa, ma anche chi ci sta accanto.
È vero, anche le persone che ci stanno accanto li vivono in qualche modo, ma è la donna che sente sulla propria pelle quel cambiamento continuo. A volte questo porta a sbalzi d’umore, fragilità , oppure a momenti in cui ci si sente diverse da prima. E forse è proprio per questo che sarebbe importante parlarne di più, con dolcezza e con ascolto, senza giudizio. Perché dietro ognuna di queste fasi c’è una storia, un’emozione, e un modo nuovo di stare al mondo.
Anni fa hai lasciato la Puglia per la Toscana. Cosa ti ha spinto a prendere questa decisione?
Anni fa ho lasciato la Puglia, ma non sono arrivata subito in Toscana. Ero poco più che ventenne quando mi sono trasferita a Roma, dove ho vissuto per un paio d’anni. Lì ho iniziato a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo: “Saranno Famosi”, che poi sarebbe diventato l’attuale “Amici”, il Team Tour e varie trasmissioni televisive che in quel periodo mi hanno tenuta molto legata alla città . Successivamente ho avuto una casa discografica indipendente, poi è arrivata la Sony, che mi ha portata a partecipare prima a “Destinazione Sanremo” e poi al Festival di Sanremo vero e proprio. Dopo quella esperienza ho fatto una tournée, ed è proprio lì che ho incontrato quello che oggi è mio marito. È stato quell’incontro a portarmi in Toscana, dove vivo ormai da più di vent’anni. Con il tempo questa terra è diventata casa. Una casa diversa da quella in cui sono nata, ma altrettanto mia.
Come si è evoluto il tuo percorso nella musica?
Dopo l’esperienza di Saranno Famosi, dei programmi televisivi, delle tournée e degli album con i Super Zoo, negli ultimi anni il mio percorso musicale si è trasformato. Oggi mi sento soprattutto una cantautrice.
Come nascono le tue canzoni?
Scrivo canzoni che nascono da quello che vedo, da quello che vivo e da ciò che sento davvero. Non mi lascio ingabbiare da un genere preciso: preferisco lasciare che sia la canzone a indicarmi quale veste indossare. A volte nasce uno swing leggero, altre volte un brano piano e voce – che è poi il mio modo più naturale di scrivere – altre ancora qualcosa di elettronico. E chissà , magari un giorno arriverà anche un pezzo metal. La musica cambia, perché cambia la vita, e io cerco semplicemente di seguirla. Quello che però resta sempre centrale, per me, sono le parole. Le parole sono la mia bussola: voglio che arrivino, che tocchino, che facciano sentire qualcosa. Vorrei che chi ascolta si riconosca, che magari ritrovi un frammento della propria storia, una prospettiva nuova, un’emozione che lo accompagni. Se anche solo per un attimo una mia canzone riesce a far sentire qualcuno meno solo, allora il mio obiettivo è raggiunto.
Che ricordi hai del tuo primo Festival di Sanremo?
Del mio primo Festival di Sanremo ho un ricordo intenso, quasi sospeso. È stata un’esperienza molto forte, anche se non è andata proprio come avrei immaginato: io e tutto il gruppo eravamo con la febbre altissima. Eravamo lì, in uno dei palchi più importanti della musica italiana, ma fisicamente stavamo malissimo. Per questo non siamo riusciti a goderci pienamente quel momento, che invece avrebbe meritato tutta la nostra energia. Eppure, nonostante tutto, lo ricordo come qualcosa di speciale. È stato un passaggio fondamentale nel mio percorso, uno di quei momenti che ti restano addosso. Lo rifarei, senza dubbio.
Cosa ti piace della musica di oggi?
Quello che mi piace della musica di oggi è che ci sono infinite possibilità . Chi ha voglia di mettersi in gioco può davvero creare cose bellissime: abbiamo strumenti, tecnologie e mezzi che ci permettono di sperimentare, di inventare, di dare forma a ciò che sentiamo. Da questo punto di vista, è un momento molto ricco. Quello che però a volte mi piace meno è l’attenzione ridotta che si dà alle parole. Io sono molto legata alla scrittura, al testo, al senso profondo di ciò che si dice. E invece capita che vengano usate rime o frasi che sembrano un po’ vuote, più pensate per suonare bene che per comunicare qualcosa. In più, sento spesso una grande fretta. La musica oggi corre, parla veloce, e forse riflette il ritmo frenetico con cui viviamo. Io, invece, ho bisogno di tempo: tempo per sentire, per scegliere una parola, per darle spazio. È lì che trovo la verità di una canzone.
