Sfruttamento minori a Bari: chiesti 15 anni per riduzione in schiavitù. Ragazza 16enne segregata e costretta a prostituirsi


BARI
– Una richiesta di condanna esemplare a 15 anni di reclusione è stata avanzata dal Pubblico Ministero nel processo che vede alla sbarra quattro persone con l’accusa di sfruttamento della prostituzione minorile e riduzione in schiavitù. I fatti contestati si sarebbero svolti tra la Romania e la città di Bari, con epicentro a Torre a Mare, dove la vittima, all’epoca dei fatti appena sedicenne, ha vissuto un lungo e terribile incubo.

La giovane, di nazionalità rumena, sarebbe stata segregata in un’abitazione e costretta per mesi a prostituirsi. Il coraggio della ragazza, che solo recentemente è riuscita a denunciare gli abusi subiti, ha permesso l'avvio del procedimento penale.

Gli imputati e le gravi accuse

Il processo vede coinvolte quattro persone, accusate di reati aggravati dalla minore età della vittima e dallo sfruttamento. La richiesta di condanna del PM si focalizza sul reato di riduzione in schiavitù, aggravata dallo sfruttamento della prostituzione e dalla giovane età della vittima.

Alla sbarra, tra gli imputati, figurano:

  • Una donna, il cui ruolo nel sistema di sfruttamento è attualmente al vaglio della corte.
  • Un uomo, noto alle forze dell'ordine e già gravato da una condanna definitiva per favoreggiamento della prostituzione in un contesto analogo.
  • Altri due uomini, che al momento risultano essere irreperibili, ma per i quali il processo prosegue.

L'ombra della schiavitù

L'accusa di riduzione in schiavitù sottolinea la gravità della condotta contestata. Non si tratta solo di sfruttamento, ma di una vera e propria segregazione che avrebbe privato la sedicenne di ogni libertà, costringendola a una vita di abusi e terrore.

La comunità attende ora la sentenza del Tribunale, nella speranza che il verdetto possa rappresentare un segnale forte contro il crimine organizzato e lo sfruttamento delle fasce più vulnerabili.