Cifarelli (Pd): Dazi USA, Bankitalia lancia l’allarme ma la Regione fa finta di niente: governanti distratti, compiaciuti e scollegati dal mondo reale


POTENZA - La Basilicata è tra le regioni italiane più esposte ai nuovi dazi americani. Lo certifica Banca d’Italia. Ma mentre il mondo cambia, la geopolitica influenza l’economia e le catene del valore globali ridisegnano mercati e occupazione, la nostra Regione continua a vivere in una realtà parallela, dove ci si accontenta di qualche passerella istituzionale e di relazioni di facciata con il Governo nazionale, del tutto inefficaci a proteggere la Basilicata e chi lavora.

Così il consigliere regionale Roberto Cifarelli commenta i dati dello studio “Questioni di Economia e Finanza” di Banca d’Italia, che colloca la Basilicata al terzo posto in Italia per esposizione al mercato statunitense, con un’incidenza del 4,1% dei ricavi delle imprese legata direttamente o indirettamente agli Stati Uniti.

Questi numeri dicono una cosa chiara: la Basilicata non è un’area ai margini del mondo, ma è dentro le dinamiche dell’economia internazionale. Eppure siamo governati da chi continua a raccontare una narrazione rassicurante e provinciale, fatta di titoli e dichiarazioni, ma totalmente priva di strategia. Non si rendono conto – o fingono di non rendersi conto – di quanto sta accadendo nel mondo e di come questo incida sulla nostra regione, denuncia Cifarelli.

Bankitalia evidenzia che l’esposizione lucana non riguarda solo l’export diretto, ma anche la rete di imprese che fanno parte delle filiere produttive nazionali legate agli USA, in particolare nei settori della manifattura specializzata e dell’energia, con inevitabili riflessi sull’automotive e su comparti cruciali per l’economia lucana.

Di fronte a questo scenario servirebbero competenza, visione, capacità di programmare. Invece abbiamo una Giunta che si limita a inseguire il Governo nazionale nella speranza di qualche benevolenza politica, senza ottenere nulla di concreto, senza strumenti di protezione economica, senza politiche industriali vere, senza un disegno per l’export, senza difesa delle filiere e dei lavoratori. Siamo davanti a una classe dirigente che si crogiola nella propria propaganda mentre la realtà corre in un’altra direzione.

Quando Banca d’Italia segnala che siamo tra le regioni più vulnerabili, non basta dire che “va tutto bene”. Servono atti, non slogan. Servono decisioni, non foto ricordo. Se chi guida la Regione continuerà a ignorare la portata di questi segnali, la Basilicata pagherà un prezzo altissimo in termini di economia, lavoro e futuro.

È ora – conclude Cifarelli – che la Regione torni ad avere una guida capace di stare dentro le dinamiche del mondo reale, non dentro una bolla autoreferenziale. Perché difendere la Basilicata significa comprenderla davvero, non raccontarla per convenienza politica.