"Più cani ci sono più zone si possono setacciare - spiega il responsabile del gruppo X-plorer rescue dog. A noi arriva l'sms della protezione civile. Il primo è arrivato il 27 novembre per essere presenti il giorno dopo, domenica. Comunque alla prima uscita eravamo sette unità cinofile. Un uomo, un cane". Quando gli alpini comaschi arrivano l'area da battere viene distribuita. Ci sono anche otto unità cinofile dei carabinieri. Gli alpini hanno lavorato anche durante le festività natalizie senza colpo ferire.
"In questi altri giorni - aggiunge - siamo sempre stati presenti con 4-5 unità cinofile richieste che vengono fatte dal responsabile dal cooordinatore dell'intervento era il sindaco di Brembate che coordinava tutto - dice ancora Lironi. Dopodiché il nostro intervento non è stato più richiesto fino a lunedì. Lunedì è stato il nostro ultimo giorno". Dopo i primi ritrovamenti più niente. Gli alpini, con i loro cani, hanno battuto un corridoio. "Ci disponiamo a circa 100 metri di distanza uno dall'altro poi proseguiamo in verticale - spiega Lironi. La ricerca, poco distante dalla ditta dove cercano sempre gli investigatori e il centro commerciale, ha portato al ritrovamento di alcune cose che però non erano di Yara. I cani lavorano così. Loro fiutano poi quando sentono odori umani abbaiono, non facciamo annusare gli indumenti della ragazza".
Intanto, proseguiranno anche oggi e a Santo Stefano le ricerche. Polizia e carabinieri in queste ore stanno fissando il programma di lavoro, dopo che mercoledì all’ex area Sobea di Mapello hanno operato i militari del III Battaglione e della Compagnia di Bergamo, con la Protezione civile Ana di Seriate.
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