Sarah: Fabrizio Corona, ti chiedo scusa Concetta

ROMA. "Mi rivolgo a te Concetta, come donna e come madre, madre della piccola Sarah. Mi rivolgo a te perchè dopo una settimana di polemiche all’esterno, e di tormenti nella parte più interna del mio animo, sento il bisogno, sopra ogni altra cosa, di chiederti scusa; scusa per essere entrato in casa tua in questo modo, per averti spaventato, per aver violato la tua intimità e, peggio ancora, la tua sensibilità, il tuo dolore di mamma che con dignità sopravvive ad un lutto così profondo". E’ Fabrizio Corona a parlare così nel videomessaggio mandato in onda a 'Domenica Cinque' della quale il fotografo è collaboratore esterno. Scuse rese pubblicamente a Concetta Serrano per quanto avvenuto sabato 26 febbraio ad Avetrana.
"Le cose non sono andate proprio come hanno scritto i giornali - tiene a precisare - hanno scritto solo cavolate, ma questo conta meno di tutto ciò che ti ho appena detto. Non volevo fare niente di male, cercavo di parlarti, e sono pronto a prendermi le mie responsabilità per ciò che è accaduto. Ho suonato alla porta, poi mi sono avvicinato all’altra entrata e quasi non mi sono reso conto di essere già in casa tua. In un primo momento hai avuto paura, lo so che ti sei spaventata, ma poi abbiamo parlato a lungo, abbiamo chiacchierato del più e del meno, anche di Belen".
"Non sono cattivo, ma sono fatto così - spiega Corona - A volte l’entusiasmo mi prende la mano e mi fa esagerare, mandando all’aria tutto quello che la mia parte buona cerca di costruire. Ero ad Avetrana per realizzare un servizio come collaboratore sterno di 'Domenica Cinquè; un rapporto nato da poco, quello con il programma, che mi da la possibilità di riscattare tantissime cose della mia vita, di provare a fare il cronista come forse avrebbe voluto il grande giornalista che è stato mio padre, Vittorio Corona".
E "invece sono precipitato ancora nell’inferno - dice - nulla a confronto di quello che stai vivendo tu in questo momento di vita tormentato, anche perchè il mio carattere, purtroppo, facilita il lavoro di chi vorrebbe sempre e comunque cucirmi addosso il vestito del diavolo. Non cerco scusanti, ma vorrei farti capire che mai avrei voluto anche solo farti involontariamente del male. Quello che conta adesso - conclude - è che tu possa tornare a stare bene e soprattutto, che accetti le mie scuse, indipendentemente o meno dal fatto che io debba pagare comunque per il mio errore, anche perchè solo così, Concetta, potrò tornare a guardare negli occhi anche la mia di madre".

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