Calcioscommesse: Inter-Lecce, "Signori disse no a taroccare partita"
BARI. Tiene ancora banco l'inchiesta sulle calcioscommesse, specialmente dopo le ultime rilevanti evoluzioni di questi giorni che sembrano far allargare a macchia d'olio le partite incriminate. Secondo il legale dell'ex calciatore Silvio Caroli, "Beppe Signori ha risposto con un secco no alla proposta di taroccare Inter-Lecce del 15 marzo scorso". Il legale dell'ex attaccante di Lazio e Bologna lo avrebbe detto al termine dell'interrogatorio a Cremona.
INTERROGATORIO DURATO QUASI 2 ORE - L'interrogatorio di Signori e' durato circa un'ora e mezza e al termine, secondo il suo legale, l'ex attaccante sarebbe apparso stanco e provato soprattutto per la detenzione ai domiciliari. "A Signori -ha spiegato l'avvocato Caroli- vengono addebitati due illeciti sportivi: Inter-Lecce e Atalanta-Piacenza. Per quanto riguarda Inter-Lecce Signori e' stato interrogato in merito all'incontro che il 15 marzo scorso ha avuto nello studio dei suoi commercialisti alla presenza di Erodiani e Bellavista. Durante l'incontro -ha spiegato ancora l'avvocato- gli viene proposto un determinato affare che ha natura illecita riguardante la partita Inter-Lecce. Proposta alla quale Signori risponde con un secco no".
SIGNORI DISSE NO AD ILLECITO - All'ex attaccante della Nazionale, spiega l'avvocato, "e' stato proposto di finanziare, con 40 mila euro, questo illecito per rendere arrendevoli alcuni giocatori. Signori pero' ha risposto con un secco no". Quanto alla documentazione che sarebbe stata trovata in casa di Signori, si tratta, secondo il suo legale "semplicemente di un foglietto scritto da Signori con appuntata la cifra che lui avrebbe dovuto sborsare per finanziare questo illecito sportivo".
Secondo Caroli "c'e' una intercettazione chiarissima, 4 giorni dopo Inter-Lecce di una telefonata tra Francesco Giannone e Massimo Erodiani in cui si capisce molto bene chi ha finanziato l'operazione, cioe' lo stesso Giannone". I due commercialisti di Signori, cioe' Giannone e Manlio Bruni -ha spiegato ancora il legale- hanno invitato Signori nel loro studio dicendogli che volevano presentargli due persone: Erodiani e Antonio Bellavista. Durante questo incontro e' stato proposto a Signori, appunto, di finanziare il taroccamento di Inter-Lecce ma lui ha subito detto di no".
"Per Inter-Lecce inoltre -ha proseguito l'avvocato Caroli- tra l'altro non si sapeva neppure se ci sarebbero stati giocatori arrendevoli e il tutto era semplicemente frutto di una millanteria di qualcuno del gruppo".
Caroli, assieme all'altro difensore di Signori Alfonso De Amicis, ha poi spiegato che durante l'interrogatorio di Signori da parte del gip Guido Salvini "non si e' parlato del fatto che Signori possa far parte di una associazione a delinquere. Accusa che e' quella che ha poi portato Signori agli arresti domiciliari". Arresti domiciliari per i quali, ha annunciato il legale di Signori, domani sara' presentata richiesta di revisione.
INTERROGATORIO DURATO QUASI 2 ORE - L'interrogatorio di Signori e' durato circa un'ora e mezza e al termine, secondo il suo legale, l'ex attaccante sarebbe apparso stanco e provato soprattutto per la detenzione ai domiciliari. "A Signori -ha spiegato l'avvocato Caroli- vengono addebitati due illeciti sportivi: Inter-Lecce e Atalanta-Piacenza. Per quanto riguarda Inter-Lecce Signori e' stato interrogato in merito all'incontro che il 15 marzo scorso ha avuto nello studio dei suoi commercialisti alla presenza di Erodiani e Bellavista. Durante l'incontro -ha spiegato ancora l'avvocato- gli viene proposto un determinato affare che ha natura illecita riguardante la partita Inter-Lecce. Proposta alla quale Signori risponde con un secco no".
SIGNORI DISSE NO AD ILLECITO - All'ex attaccante della Nazionale, spiega l'avvocato, "e' stato proposto di finanziare, con 40 mila euro, questo illecito per rendere arrendevoli alcuni giocatori. Signori pero' ha risposto con un secco no". Quanto alla documentazione che sarebbe stata trovata in casa di Signori, si tratta, secondo il suo legale "semplicemente di un foglietto scritto da Signori con appuntata la cifra che lui avrebbe dovuto sborsare per finanziare questo illecito sportivo".
Secondo Caroli "c'e' una intercettazione chiarissima, 4 giorni dopo Inter-Lecce di una telefonata tra Francesco Giannone e Massimo Erodiani in cui si capisce molto bene chi ha finanziato l'operazione, cioe' lo stesso Giannone". I due commercialisti di Signori, cioe' Giannone e Manlio Bruni -ha spiegato ancora il legale- hanno invitato Signori nel loro studio dicendogli che volevano presentargli due persone: Erodiani e Antonio Bellavista. Durante questo incontro e' stato proposto a Signori, appunto, di finanziare il taroccamento di Inter-Lecce ma lui ha subito detto di no".
"Per Inter-Lecce inoltre -ha proseguito l'avvocato Caroli- tra l'altro non si sapeva neppure se ci sarebbero stati giocatori arrendevoli e il tutto era semplicemente frutto di una millanteria di qualcuno del gruppo".
Caroli, assieme all'altro difensore di Signori Alfonso De Amicis, ha poi spiegato che durante l'interrogatorio di Signori da parte del gip Guido Salvini "non si e' parlato del fatto che Signori possa far parte di una associazione a delinquere. Accusa che e' quella che ha poi portato Signori agli arresti domiciliari". Arresti domiciliari per i quali, ha annunciato il legale di Signori, domani sara' presentata richiesta di revisione.
