"Ci dispiace per i pescatori, ma questa è la nostra verità"

ROMA. ''Ci dispiace della loro morte, dei pescatori indiani, a prescindere da come sia successo, ma questa e' la nostra verita'. Ai nostri figli abbiamo spiegato tutto. In nave non giravamo armati. Le armi sono custodite a bordo. Siamo scesi perche' ci e' stato detto di farlo''.
Sono le parole dei due maro' Massimilano Latorre e Salvatore Girone, intervistati dal quotidiano ''La Repubblica'', dal carcere nel quale sono rinchiusi in India.
''Siamo partiti dall'Italia il 22 gennaio. Una missione di tre o quattro mesi, pensavamo, con rientro intorno a fine aprile: piu' breve di quelle a cui siamo abituati in altri scenari''. Ripetere una missione anti pirateria? ''Si' - affermano - Ci crediamo ciecamente''.
Io, spiega Latorre, ''ho 27 anni di servizio, il maresciallo Girone 16. Abbiamo fatto tante, molte operazioni a bordo e a terra e abbiamo ottenuto, grazie a Dio, un ottimo riscontro da parte di tutti, a livello nazionale e internazionale, come uomini e come reparto''. E ancora, riferendosi ai due pescatori, i due militari italiani dicono: ''Siamo cattolici e ci dispiace della loro morte indipendentemente da quello che e' successo e a prescindere che si tratti di indiani o italiani o giamaicani. Ci dispiace che abbiano perso la vita due persone allo stesso modo come ci dispiace della morte di altri cinque pescatori indiani in un incidente con una nave pochi giorni dopo. Siamo uomini di mare, le vite perse in mare ci dispiacciono sempre''.