Antonio Decaro: con Open source amministrazione regionale ancora più trasparente


BARI. “Quando l’informazione è aperta, tutti concorrono alla responsabilità comune del miglioramento. I cittadini informati diventano cittadini impegnati, che contribuiscono con opinioni, idee e lavoro, allo sviluppo della collettività. È su questo principio che si fonda questo disegno di legge sul Software libero e l'Open data, che il Pd ha presentato insieme al governo regionale. Quello che vorremmo arrivasse oggi nel discutere i contenuti di questa legge, è la necessità di restituire concretamente, ai cittadini, una parte fondamentale della gestione della cosa pubblica, accorciando così le distanze, sempre più ampie, con la Pubblica amministrazione e il mondo della politica". Così il capogruppo Pd in Consiglio regionale Antonio Decaro.
"Quello che intendiamo fare con questo disegno di legge, - aggiunge - è permettere a tutti i cittadini di creare, migliorare, copiare, distribuire e studiare il software usato dai sistemi informatici della Regione Puglia per gestire tutta la sua attività amministrativa. E portare così, nelle case di ogni pugliese, non solo la documentazione utile a garantire la massima trasparenza sul processo decisionale dell’Ente, ma anche informazioni sulla maniera stessa di gestirlo e di renderlo fruibile attraverso sistemi informatici moderni e in continua evoluzione, modellati sulla base delle esigenze e delle competenze di ogni singolo utente.
Non è sufficiente, infatti, che i dati siano resi pubblici dalla pubblica amministrazione. Non basta mettere i propri dati in una bacheca virtuale che ne permette la consultazione. Quel che occorre, è consentire al cittadino di gestire quei dati, di modificarli, di condividerli.
In tutto il mondo, infatti, il movimento culturale del Free Software, parte dallo stesso obiettivo: rendere libero l’accesso al Codice sorgente dei Software, cioè al codice che consente solo ai produttori di sistemi operativi e di programmi applicativi, la possibilità di apportare modifiche agli stessi.
Oltre al risparmio di risorse pubbliche, poiché, con il Software libero la Regione Puglia e le società da essa partecipate al 100%, diventerebbero titolari del 'codice sorgente', ci sono libertà fondamentali che l’Open source consente: 1) eseguire il programma per qualsiasi scopo; 2) studiare il programma e di modificarlo, adattandolo alle proprie necessità; 3) la ridistribuire copie del programma in modo da aiutare il prossimo; 4) migliorare il programma e di distribuirne pubblicamente i miglioramenti, affinché tutta la comunità ne tragga uguali benefici.
Questa legge, mi piace ricordarlo, è nata sul web con una iniziativa dei giovani democratici, sostenuta dal segretario regionale Sergio Blasi e dal segretario dei giovani Pierpaolo Treglia. E’ nata dalla Rete e per la Rete. E, del resto, non poteva avere un destino diverso qualcosa che nasce per garantire un processo democratico nella formazione dei sistemi informatici della Pubblica amministrazione.
La liberazione dei dati pubblici, infatti, dovrà portare alla libera circolazione delle idee, allo scambio delle informazioni, alla conoscenza, alla libertà di pensieri e di espressione. Non è un caso se, pensando proprio all’Open source nella gestione di un Comune, il teorico inglese Goldsmith abbia verificato che il Software libero permette il governo di una rete di attori che, ‘complessivamente e in modo organizzato, si assumono collettivamente la responsabilità di realizzare un progetto strategico di territorio, al di là degli specifici ruoli e interessi individuali’.
L’Open data, dunque, a differenza della semplice ‘trasparenza’, è un metodo per gestire i dati pubblici, per garantirne l’accesso e la loro libera utilizzazione, con conseguenze non indifferenti per tutti i cittadini e per la loro conoscenza.
Si tratta dunque di instaurare una relazione non solo tra i dati, ma una relazione molto più complessa: quella tra i cittadini e le Istituzioni, tra le responsabilità degli uni e degli altri, tra il sentimento di appartenenza a una comunità e quell’attivismo sociale necessario a migliorarne la gestione e il funzionamento. Per questo è di vitale importanza ‘aprire dati e relazioni tra dati’, evitando la sindrome da ‘abbraccio del database’. I dati, infatti, diventano aperti quando smettono di essere ‘scuri, inscatolati e noiosi’, ovvero quando smettono di essere inutilizzabili.
Per essere davvero aperta, un’Amministrazione non deve essere solo una ‘casa di vetro’, bensì una casa in cui si può entrare, prendere quel che ci serve senza fare danni, e uscire con un gran numero di dati da usare nel rispetto delle leggi e della verità”, conclude Decaro.

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto