Renzi contro i poteri forti, 'Mi attacchino pure, tanto non mollo'

ROMA - "Io non sono un massone, sono un boy scout. La verita' e' che io non omaggio certi poteri e questa e' la reazione". Sono le parole del premier Matteo Renzi in un'intervista rilasciata al quotidiano 'Repubblica'.

Poi il premier osserva: "Io insisto, non mollo. Cominciamo col cambiare lo statuto dei lavoratori". Con un'apertura alla minoranza del Pd: "La reintegra puo' restare per casi di discriminazione". E sulla direzione del Pd di domani: "In un partito normale si discute, si vota e poi si prende una decisione e la si rispetta". E ancora: "Non voglio prove di forza muscolari, anche se abbiamo la certezza di avere la maggioranza. Io non ho paura del confronto".

"Sono certo che anche dentro la minoranza prevarranno le posizioni di saggezza - aggiunge Renzi - un partito non e' una caserma dove si obbedisce soltanto, ne' un entro anarchico dove ognuno fa come vuole. E' una comunita' dove ci sono idee diverse e dove. Dopo esserci ascoltati, si decide".
Se i voti di Forza Italia fossero determinanti, per Renzi "si aprirebbe un grave problema politico. Ma io credo che non accadra". 

"Negli ultimi giorni - spiega il premier - si sono schierati contro il governo direttori di giornali, imprenditori, banchieri, prelati. Ai piu' e' apparso come un attacco studiato. Io sono cosi' beatamente ingenuo che preferisco credere alle coincidenze".

Ma in giornata Renzi va di nuovo all'attacco sul lavoro: "Io - dice, intervistato da Fabio Fazio A Che Tempo che fa - non tratto con la minoranza del partito ma con i lavoratori". Il presidente del Consiglio dice basta a una sinistra "opportunista e inchiodata al 25%", che fa dell'articolo 18 una "battaglia ideologica". Una sinistra che guarda al passato e che non si rende conto che "la memoria senza speranza è un museo delle cere".

Ed ecco quindi che il premier liquida una volta per tutte l'articolo 18 ("gli imprenditori devono poter licenziare") e annuncia la cancellazione dei contratti precari, dai co.co.pro in poi. Non solo. 

Promette che ci saranno anche le risorse per i nuovi ammortizzatori sociali, le vere tutele che secondo lui servono al Paese e a combattere la disoccupazione: si tratta di 1,5 miliardi che saranno inseriti nella legge di Stabilità, un'operazione che in totale varrà 20 miliardi senza però "1 cent di tasse in più". Le minoranze interne sono dunque avvisate, sarà battaglia.

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