Anaci chiede subito la nomina degli amministratori unici delle Agenzie regionali per la casa e l'abitare (ex Iacp)

BARI -- «Vengano nominati presto gli amministratori unici delle Agenzie regionali per la casa e l'abitare (ex Iacp)». E’ quanto chiede l’Associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari (Anaci).

Già nei giorni scorsi, l'associazione ha chiesto l’intervento della Regione Puglia, al fine di salvaguardare i posti di lavoro negli studi di amministrazione condominiale. «Da tempo – ricorda l’avvocato Carlo Mignone, presidente provinciale di Anaci Lecce – attendiamo le nomine degli amministratori unici, al fine di trovare degli interlocutori capaci di comprendere le nostre preoccupazioni in merito alle crescenti difficoltà nella gestione degli alloggi pubblici. Non c’è solo il rischio di una totale paralisi delle attività di amministrazione delle case popolari, con conseguente sospensione di tutti i servizi. Ciò che ci preoccupa – sottolinea – sono anche i dipendenti e i collaboratori degli studi che potrebbero finire in cassa integrazione o a casa, nella peggiore dei casi».

Per questo, Anaci chiede alla Regione di procedere, quanto prima, alle nomine per porre fine ai commissariamenti degli ex Iacp. «Noi amministratori – aggiunge Mignone – non sappiamo più cosa fare per tamponare le emergenze. Dalla Regione Puglia aspettiamo risposte concrete ed adeguate all’attuale momento di crisi».

Anaci invita l’assessore al ramo, Angela Barbanente, a ricercare una soluzione che possa tutelare le famiglie assegnatarie, i fornitori, ma anche gli stessi amministratori.

Un'importante svolta è comunque arrivata nei giorni scorsi. Il consiglio regionale, infatti, ha modificato il comma 3 dell’articolo 35 della legge 10/2014. In particolare, «gli assegnatari che nei confronti dell’autogestione si rendano morosi nel pagamento delle quote relative ai servizi accessori, sono considerati a tutti gli effetti inadempienti agli obblighi derivanti dal contratto di locazione. L’ente gestore versa all’autogestione le quote insolute e procede contestualmente nei confronti degli assegnatari morosi al recupero delle somme versate secondo le norme del Codice civile». Inoltre, «l’ente gestore trasmette bimestralmente alla Regione dettagliata documentazione sulle quote insolute versate, sulle procedure di recupero delle somme e di sfratto attivate, nonché sull’ammontare delle somme recuperate».
Questa norma, in sostanza, obbliga le Arca a farsi carico delle morosità per scongiurare il taglio delle forniture e la sospensione dei servizi. Pertanto, gli amministratori chiedono l'immediata applicazione della legge.

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