Italicum e riforme: la minoranza del Pd minaccia il voto anticipato

di Nicola Zuccaro - "Se devo consentire una cattiva riforma elettorale e una cattiva riforma costituzionale è meglio andare al voto con il proporzionale". All'indomani della Direzione nazionale del Pd, per voce di D'Attorre, la minoranza dello stesso partito conferma la linea dura da assumere lungo il cammino delle riforme ; elettorali e costituzionali.

Una posizione che, in vista dell'8 aprile, data in cui inizierà presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera la discussione sull'Italicum, non sarà facile da rimuovere all'interno di un soggetto politico che dovrà fare i conti con questioni di altra natura. Ma, alle minacce di un ricorso al voto anticipato, nelle ultime ore permangono quelle di una eventuale scissione. Su quest'ultima giunge, puntuale, l'invito di Roberto Speranza che, in qualità di capogruppo Pd alla Camera, esorta la minoranza sia ad una pausa di riflessione (in concomitanza con la sosta pasquale) che ad un successivo confronto a Montecitorio, prima della ripresa dei lavori parlamentari.

L'invito di Speranza sarà accolto? A questa domanda potrà rispondere, sicuramente, la vecchia guardia del Pd nelle persone di Pier Luigi Bersani e Massimo D'Alema. Il concetto di sintesi richiamato ieri dal primo e la permanenza di un dialogo con Renzi e con la maggioranza richiamati dal secondo, costituiscono quella diga che allontani dal Pd il rischio di una successione, cancellando quel luogo comune dell'uomo solo al comando e personificato dall'attuale segretario.

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