Halloween, alla scoperta del fantasma del Museo del Faggiano

LECCE - Singolare iniziativa dell’Assessore Andrea Guido per Halloween. Il giovane esponente della giunta leccese ha pensato bene di sfruttare la ricorrenza e richiamare una particolare leggenda urbana che narra della presenza di un fantasma di un monaco Templare che si aggirerebbe nelle sale del Museo Faggiano per avvicinare i più giovani ai tesori custoditi nella struttura di Via Ascanio Grandi.

Appuntamento alle 17.00 presso il Bar Astoria di Porta San Biagio per tutti coloro che vogliono partecipare alla terrificante visita gratuita del Museo accompagnati dallo stesso Guido e da alcune guide messe a disposizione dalla proprietà del museo privato.

Si narra che nel museo siano stati oltre 50 gli avvistamenti di strani movimenti e misteriose presenze. Alcune persone hanno chiaramente intravisto un personaggio in abiti talari attraversare una delle stanze al primo piano dell'edificio. In particolar modo sembrava che il personaggio uscisse da uno dei camini che ora è adibito a bacheca.

Per certo si sa che il sito è molto antico e risale all'epoca messapica (V sec. A.C.) e come potete leggere dal sito ufficiale del museo, nello stesso luogo sono stati ritrovati numerose testimonianze che collegano il luogo a sepolture di vari periodi storici.

“Sono tantissimi i visitatori e i turisti che, nei pomeriggi d’estate, giurano d’aver visto il fantasma di un frate che si aggira per le stanze - fa sapere Andrea Guido - Se ne sono accorti anche i famosi Ghost Watchers e il team di Paranormal Studio i quali sono riusciti a documentare la presenza di misteriose entità all’interno del museo. Ma al di là di questi particolari, la visita promette tante altre scoperte. Fra i numerosi ambienti sotterranei, passaggi segreti riportati alla luce o ancora occlusi, c’è un profondo pozzo che collegava la casa al fiume Idume, ed un altro, ancora più profondo, che scende fino alla falda acquifera e che era usato per essiccare i cadaveri. In pratica, in questa struttura sono racchiusi 2000 anni di Storia, partendo dalle prime abitazioni messapiche, per arrivare ai giorni nostri. L’invito a questa terrificante visita gratuita - conclude l’assessore - è rivolto a tutti, giovani e meno giovani. Vi aspetto all’imbrunire a Porta San Biagio, armatevi di coraggio e non dimenticate che questa è la notte più spaventosa dell’anno: la notte delle streghe”.

L’incredibile storia del museo ebbe inizio nell’ormai lontano 2001, quando il Sig. Faggiano fu costretto a rompere i pavimenti di quella che sembrava essere una normalissima e quasi moderna abitazione, allo scopo di cambiare i tubi della fogna che erano divenuti causa di problemi legati ad infiltrazioni e umidità. Nessuno poteva minimamente sospettare che dei semplici lavori idraulici potessero far riaffiorare un passato sepolto da secoli di storia. Durante i lavori iniziarono a riemergere veri e propri tesori storico-archeologici consistenti in antiche strutture, tombe, nascondigli ricavati tra i muri, gallerie, altari sacri, ossari, simboli riconducibili agli antichi cavalieri templari, affreschi e quant’altro. Fu così che il Sig. Faggiano un giorno si rese conto di non essere solo e cominciarono gli avvistamenti di misteriose presenze. Il sito ospita anche un antico ossario, un essiccatoio in roccia usato per decomporre i cadaveri ed un tratto di strada sotterranea che certamente collegava l’edificio ad altri luoghi.

Ma chi portava lì ad essiccare salme i cui resti probabilmente finivano nella fossa comune? Sembra certo che l’edificio soprastante fosse un tempo un antico convento, chiuso poi intorno al XVI-XVII secolo. Se quel convento non disponeva di un giardino, niente di più facile che quando un religioso moriva le sue spoglie fossero ‘trattate’ nel mesto modo che l’essiccatoio e l’ossario lasciano immaginare. L’evanescente e inquietante figura osservata da alcuni appartiene a uno dei tanti monaci sepolti? Le sorprese del Museo Faggiano non si fermano qui. Su un architrave si legge un testo in latino che segnalerebbe una frequentazione templare del luogo. L’ipotesi è avvalorata da un affresco dove un triangolo equilatero presenta al centro della base una possibile rappresentazione del tempio di Salomone.

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