La storia dei vertici della “Menarini” viene da lontano

 di VITTORIO POLITO - Arriva la condanna dei vertici della casa farmaceutica “Menarini”: secondo gli inquirenti, infatti, dal 1984 al 2010 Alberto Aleotti (morto nel 2014) avrebbe usato società estere fittizie per l’acquisto dei principi attivi dei farmaci, con lo scopo di far aumentare il prezzo finale, la dice lunga sulla vicenda.

Nell’anno 2004 scoppiò un grosso scandalo sui farmaci nel quale furono coinvolti oltre 4000 medici, con una sola casa farmaceutica. Il fatto la dice lunga sulla disinvolta immoralità di certi medici e di certi responsabili di case produttrici di farmaci.

Il fatto non sorprende se solo si considera che la storia viene da molto lontano. Infatti, nel 1991 il Governo, con una raffica di aumenti, impose anche un salatissimo ticket per la sanità, molto criticato, e in parte imputabile all’elevato costo dei farmaci. Già allora si parlava di enormi spese di ricerca e di propaganda che le case farmaceutiche “affrontavano” per organizzare «riunioni di aggiornamento» che si trasformavano in incontri conviviali.

Successivamente, lo scandalo che vide coinvolti la premiata ditta “De Lorenzo-Poggiolini & C.”, riportò alla ribalta, anche in questo caso, le case farmaceutiche che “sopportavano” enormi spese per la propaganda, ovvero campagne pubblicitarie che si trasformavano in sponsorizzazioni di congressi, regali vari, costosi viaggi, anche all’estero offerti ai medici, contributi ai partiti, ecc., che le stesse case si accollavano.

Per questi motivi seguì un sensibile ritocco in negativo dei prezzi dei farmaci da parte della C.U.F. (Commissione Unica per il Farmaco), presieduta da Silvio Garattini, che non trovò d’accordo alcune case farmaceutiche (Menarini compresa), il cui responsabile, Aleotti, per protesta acquistò costose pagine di quotidiani per minacciare il suo addio all’Italia ed il conseguente trasferimento in Germania, dimenticando i tempi in cui i farmaci si prescrivevano a fiumi e con prezzi «ritoccati al rialzo» che producevano alle case farmaceutiche lauti guadagni

Tutti questi scandali e ricatti, non ultimo quello che coinvolse anche la “Glaxo”, che vide indagati moltissimi medici per il presunto “comparaggio” (prescrizione solo di certi farmaci), non hanno fatto altro che far accrescere sempre e continuamente la spesa farmaceutica, e di conseguenza quella sanitaria, che mette in seria difficoltà non solo i bilanci nazionali e regionali, ma anche familiari.

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