Bari, Castello Svevo: presentazione del volume Electa “Da sopra giù nel fossato” a cura di Bonito Oliva
BARI. A pochi giorni dalla chiusura di una mostra che ha segnato la rinascita di un dialogo tra la Città di Bari e l’arte contemporanea, durante le celebrazioni del santo patrono, è stato presentato oggi 7 maggio alle 9.30 nella Sala Multimediale del Castello Svevo, il volume edito da Electa e curato da Achille Bonito Oliva, “da sopra giù
nel fossato”.«È la presentazione del catalogo di una mostra caratterizzata da una grande peculiarità, che apre una fase nuova di vitalizzazione del castello preannunciando una prossima auspicata vivibilità del fossato con altre iniziative», ha dichiarato Silvia Godelli. «È stata disegnata una sorta di logica di sistema, creando una visione stabile della
possibilità di far convivere e di contaminare la grande tradizione monumentale della Puglia con la creatività e il carattere dirompente dell’arte contemporanea», ha continuato l’Assessore che conclude: «La mostra chiude ma offre un punto di ri-partenza per l’arte contemporanea in Puglia. Resta il catalogo. Non sono solo fotografie, è un dialogo che rappresenta e ripresenta l’ottica e la logica del percorso compiuto, ma soprattutto rilancia e guarda al futuro». «Il sogno della Regione genera Mostre», ha esordito Achille Bonito Oliva.
«Questa in particolare mi ha permesso di elaborare una nuova posizione per lo sguardo dello spettatore», ha proseguito il professore. «Quasi sempre soggette ad una visione frontale, in questo caso abbiamo creato, con la complicità di Giusy Caroppo e Paola Marino e l’input della Direzione Regionale, un rapporto con le opere caratterizzato dal pathos della distanza».
«Esiste una difficoltà oggettiva di un inserimento dell’arte contemporanea negli spazi pubblici. In questo caso è stato interessante considerare questa discussione con l’arte contemporanea in uno spazio aperto ma già prestabilito, incorniciatodal progetto architettonico. Il fossato ci ha permesso di considerare una collocazione di opere e un
eterno ritorno dello spettatore. In questo caso l’arte vive sotto traccia, non ha nessuna superbia verticale. Non spiazza chi guarda, non è un oggetto inusuale ne una forma inusuale che sviluppa un’inciampo dello sguardo», ha concluso il curatore della Mostra.
Difficile stilare un resoconto statisticamente accurato per una Mostra che ha fatto della sua accessibilità “da sopra” una formula vincente, conquistando il cuore di una città che ne ha saputo difendere le bellezze da atti di vandalismo. Una sfida lanciata dalle Istituzioni e una
grande vittoria di civiltà. «C’è stata una sospensione di ostilità», ha dichiarato Achille Bonito Oliva; di più, «un’accettazione amorosa» secondo Ruggero Martines.
nel fossato”.«È la presentazione del catalogo di una mostra caratterizzata da una grande peculiarità, che apre una fase nuova di vitalizzazione del castello preannunciando una prossima auspicata vivibilità del fossato con altre iniziative», ha dichiarato Silvia Godelli. «È stata disegnata una sorta di logica di sistema, creando una visione stabile della
possibilità di far convivere e di contaminare la grande tradizione monumentale della Puglia con la creatività e il carattere dirompente dell’arte contemporanea», ha continuato l’Assessore che conclude: «La mostra chiude ma offre un punto di ri-partenza per l’arte contemporanea in Puglia. Resta il catalogo. Non sono solo fotografie, è un dialogo che rappresenta e ripresenta l’ottica e la logica del percorso compiuto, ma soprattutto rilancia e guarda al futuro». «Il sogno della Regione genera Mostre», ha esordito Achille Bonito Oliva.
«Questa in particolare mi ha permesso di elaborare una nuova posizione per lo sguardo dello spettatore», ha proseguito il professore. «Quasi sempre soggette ad una visione frontale, in questo caso abbiamo creato, con la complicità di Giusy Caroppo e Paola Marino e l’input della Direzione Regionale, un rapporto con le opere caratterizzato dal pathos della distanza».
«Esiste una difficoltà oggettiva di un inserimento dell’arte contemporanea negli spazi pubblici. In questo caso è stato interessante considerare questa discussione con l’arte contemporanea in uno spazio aperto ma già prestabilito, incorniciatodal progetto architettonico. Il fossato ci ha permesso di considerare una collocazione di opere e un
eterno ritorno dello spettatore. In questo caso l’arte vive sotto traccia, non ha nessuna superbia verticale. Non spiazza chi guarda, non è un oggetto inusuale ne una forma inusuale che sviluppa un’inciampo dello sguardo», ha concluso il curatore della Mostra.
Difficile stilare un resoconto statisticamente accurato per una Mostra che ha fatto della sua accessibilità “da sopra” una formula vincente, conquistando il cuore di una città che ne ha saputo difendere le bellezze da atti di vandalismo. Una sfida lanciata dalle Istituzioni e una
grande vittoria di civiltà. «C’è stata una sospensione di ostilità», ha dichiarato Achille Bonito Oliva; di più, «un’accettazione amorosa» secondo Ruggero Martines.
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Cultura e Spettacoli