Consultori, Mantovano: "Fallimentare attività prevenzione in Puglia". Udc:"Giunta ritiri delibera"
BARI. Non si placano le polemiche per la delibera della Regione Puglia che vieterebbe ai medici obiettori di coscienza di avere accesso ai concorsi per lavorare nei consultori. Il sottosegretario all'Interno ribadisce l'illegittimità della riorganizzazione della rete fatta dalla giunta regionale. "Quando l'assessore alla Sanità - spiega Mantovano - lamenta che solo l'11% delle donne che abortiscono si rivolgono a un consultorio denuncia il fallimento dell'attività di prevenzione in Puglia. Ma poi, contraddittoriamente, si muove nell'ottica esattamente opposta a quella che potrebbe indirizzare al consultorio una donna incerta se proseguire o meno la gravidanza: togliendo di mezzo gli obiettori, l'opzione ivg diventa ancora più certa".UDC PUGLIA: GIUNTA RITIRI DELIBERA - ''Il ritiro della delibera della Giunta regionale sui consultori'' è ''una discussione dell'argomento in Consiglio regionale o in commissione sanita'''. Queste le richieste al presidente della Regione Puglia e agli assessori al Welfare e alla Sanita' contenute in un'interpellanza firmata da tutti i componenti del gruppo consiliare Udc: il presidente Salvatore Negro, Euprepio Curto, Giannicola De Leonardis e Giuseppe Longo.
I consiglieri dell'Unione di centro ricordano che ''col provvedimento n. 735 del 15 marzo 2010, il governo regionale ha previsto, 'almeno sotto l'aspetto meramente teorico', la razionalizzazione ed il potenziamento della rete consultoriale e del percorso nascita, attraverso l'inserimento nelle strutture di ginecologi ed ostetriche non obiettori di coscienza''. La decisione, fanno osservare, ''determinava la sacrosanta protesta dell'Associazione Nazionale dei medici cattolici, del Comitato Regionale della Puglia del Forum delle Associazioni Familiari, nonche' dei presidenti dell'Ordine dei medici di alcune province pugliesi''. I motivi a sostegno della protesta, per l'Udc vanno individuati ''sia nel rigetto di qualsiasi scelta discriminatoria nei riguardi dei medici obiettori di coscienza, sia nella palese violazione dei principi espressi dalla Carta Costituzionale. Assolutamente deboli sembrano essere, peraltro, le obiezioni relative alla necessita' di evitare che negli ospedali e nei consultori vi sia la presenza di soli medici obiettori di coscienza, in quanto altri possono essere i modelli organizzativi utilizzabili per ovviare a tali ipotesi''.
''Appare quanto mai opportuno che un argomento che si caratterizza per alcune insopprimibili liberta' civili non diventi occasione per una mera e sterile polemica di stampo politico-ideologico'', per questo gli interpellanti chiedono al presidente della Regione ''se non ritenga di ritirare la delibera 735, con un atto di grande opportunita' e sensibilita' politica'', e di sottoporre l'argomento, ''con tutte le sue implicazioni tecniche, etiche, giuridiche e politiche, all'ampia e approfondita discussione in Consiglio regionale o, in subordine, nella commissione consiliare competente''.
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