Mafia, Manfredonia: ucciso capoclan Michele Romito in agguato

MANFREDONIA (FOGGIA). Riesplode violentemente la faida del Gargano. Uno degli esponenti del clan Romito, che da anni si contrappone a quello dei Libergolis, è stato ucciso con 26 colpi di kalashnikov alla periferia di Manfredonia. Si tratta di Michele Romito, al quale l'anno scorso fu ucciso il padre Franco. Nell'agguato è rimasto ferito anche lo zio dei Romito, Mario Luciano, che ha riportato una lieve ferita al mento ed e' stato giudicato guaribile in pochi giorni. Secondo l'ultima ricostruzione della polizia i due erano a bordo di una Lancia Y in viale Padre Pio quando un'auto, di colore scuro, si sarebbe affiancata alla loro auto sparando diversi colpi di arma da fuoco. Il piu' giovane dei Romito sarebbe deceduto all'istante. Nelle ultime ore gli investigatori hanno effettuato sette stub, l'esame che serve per verificare la presenza di polvere da sparo su corpo e indumenti. Sull'agguato di ieri sera sono varie le ipotesi degli inquirenti, anche se la principale resta sempre quella della faida del Gargano, la rivalita' tra le famiglie di allevatori del promontorio e, in particolare, tra le famiglie dei Romito e dei Li Bergolis, una volta alleate. Le ricerche effettuate nella zona per rintracciarli non hanno dato finora alcun esito.

MANTOVANO: SITUAZIONE ANCORA DA BONIFICARE - Nonostante i successi ottenuti, ''nessuno puo' immaginare che la situazione sia stata totalmente bonificata'', per il sottosegretario Alfredo Mantovano.
Lo ha detto commentando l'omicidio avvenuto ieri a Manfredonia e presumibilmente legato alle vicende della mafia garganica. Per il sottosegretario le aree pugliesi ritenute maggiormente pericolose dopo quella del Gargano sono ''l'area della citta' di Foggia e, in provincia di Bari, Bitonto oltre al capoluogo regionale. Una situazione a macchia di leopardo quella sull'intero territorio''.