Libri: il Dizionario del dialetto di Conversano

di Vittorio Polito
Per la collana “La Puglia nei documenti, la Levante Editori ha pubblicato il “Dizionario della parlata conversanese” di Pasquale Locaputo (pagg. 521 - € 40). Pasquale Locaputo, già docente di latino e storia, è stato tra i fondatori dell’Istituto Magistrale Statale “San Benedetto” di Conversano, redattore dell’Annuario dell’Istituto Magistrale ed autore del volume “Le Masciare”. È stato per un decennio presidente dell’Associazione Culturale “Luigi Sturzo” nella stessa città, continuando così l’opera del fondatore Matteo Fantasia, nel corso del quale ha diretto la pubblicazione “Panorama culturale” per la serie “I quaderni della Sturzo”.
«Mettere insieme le parole del dialetto, scrive l’autore nella premessa -ingegnarsi di rappresentare graficamente i suoni non possono avere lo scopo di insegnare a parlare in dialetto. Nessun ragazzo, che non abbia imparato il dialetto dalla bocca della mamma e non l’abbia respirato nell’ambiente di famiglia e del paese, si sognerebbe mai di mettersi a tavolino per studiarne il lessico, la morfologia, i modi di dire».
Locaputo, attraverso la sua opera intende fornire uno specchio fedele dalla Conversano della metà del XX secolo, non solo nel modo di comunicare e di esprimersi della sua gente, ma anche del suo modo di vivere, delle sue abitudini, delle sue usanze e dei suoi mestieri, molti dei quali oggi scomparsi.
Il dizionario è un’ampia e variegata documentazione di un mondo colto in un preciso momento storico di Conversano, illustrato nelle voci e nei suoni del dialetto, nei modi di dire, nelle espressioni della saggezza popolare e della cultura contadina. Locaputo, infatti, oltre alla descrizione degli oggetti fornisce ai lettori una serie di immagini relative ad oggetti ed attrezzi di lavoro ormai non più in uso.
Il vocabolario annovera cinquemila lemmi con indicazioni morfologiche e sintattiche, paradigmi verbali regolari e irregolari, tremilaottocento ipotesi etimologiche e quattromilatrecento frasi idiomatiche. È completato con un appendice dedicato a filastrocche, canti e cantilene, giochi e passatempi, toponimi urbani e rurali, rimembranze paesane in versi. Inoltre il Dizionario ci rimanda ad una realtà linguistica che appare autonoma nella sua struttura, nelle sue articolazioni e nelle sue radici, degna di rendere il confronto con la lingua italiana.
L’autore in sostanza ha compiuto una operazione filologica, ispirata dal suo amore per una lingua che sta per cadere in disuso, un’operazione quindi di salvataggio di un patrimonio in parte dissipato, ma che si tenta in tutti i modi di salvare e conservare come testimonianza di un passato, di una storia e di una cultura. Alla stregua di quanto fa l’archeologo che scopre, restaura e conserva un patrimonio, che nessuno penserebbe mai di utilizzare, ma sta a dimostrare come eravamo o come parlavamo.
Dalla presentazione firmata dal sindaco di Conversano, Giuseppe Lovascio, e dall’assessore alle politiche culturali Pasquale Sibilia, si legge che “La storia di un popolo passa attraverso le sue tradizioni culturali, religiose e linguistiche, preservare tali tradizioni nel tempo è dovere di ogni cittadino e di ogni amministratore pubblico, poiché, nel governare un paese, non si può prescindere dalla conoscenza e dal rispetto della sua storia». Pertanto va dato atto a Locaputo del suo prezioso lavoro di ricerca e di recupero di tanto materiale che sarà di sicuro ausilio non solo ai suoi concittadini ma anche agli studiosi della materia.
La bella copertina è del maestro Tony Prayer che mostra la “Cinta ottocentesca della città di Conversano” (olio su tela cm 70x100 - 2009).

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