Foggia, allarme rosso per la Facoltà di Medicina e Chirurgia

di Nicola Ricchitelli. A lanciare l’allarme è Giuseppe Carpagnano - Presidente dell’Associazione Universitaria NEA – sulla situazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia nel capoluogo della Capitanata.
Ubicata nella sede temporanea dell’istituto tecnico commerciale “G.Rosati” – nei pressi di Via Napoli – la facoltà istituita nel lontano 1999 otto anni dopo l’inaugurazione del primo anno accademico fu sin da subito motivo d’orgoglio per tutto il territorio di Capitanata. Ma stando alle testimonianze degli studenti che riassunte dalla voce del loro presidente, pare proprio che nel corso di questi dodici anni il progresso di certo non può dirsi elemento distintivo della facoltà. "Invito chiunque si trovi nei pressi dell’istituto tecnico commerciale ”G.Rosati”, sede in cui è temporaneamente allocata la facoltà di medicina e chirurgia. Assisterete ad uno scenario senza precedenti, i vostri figli, quelli che un domani saranno i futuri medici operanti sul territorio di Capitanata, vengono formati in strutture fatiscenti, completamente deteriorate. Le poche aule strutturalmente agibili sono di dimensioni tali da poter accogliere 20-30 persone al max, e invece per spirito di sacrificio e sete di cultura quasi 70 persone sgomitano tra loro per poter assistere ad una lezione a frequenza obbligatoria, senza la quale non potrebbero conseguire la tanto sofferta e ambita laurea» questa la testimonianza di Carpagnano. Il Preside della facoltà e il Magnifico Rettore si dimostrano altrettanto sdegnati da questa tragicomica situazione. E allora con chi bisogna prendersela? A chi bisogna appellarsi per cercare una soluzione? «Mi rivolgo ai politici operanti sul territorio – prosegue Giuseppe Carpagnano - al Sindaco di Foggia Mongelli e all’ intera Amministrazione Comunale, al Presidente della Provincia Pepe e all’intera Amministrazione Provinciale, al Presidente della regione Vendola e all’intera Amministrazione Regionale, signori è una Vergogna! Voi siete li perché l’ha voluto il popolo, voi siete li perché il popolo ha creduto alle vostre promesse e ha riposto in voi la speranza della realizzazione dei propri sogni.
Adesso più che mai i cittadini hanno bisogno del vostro intervento e le soluzioni a questo problema esistono".
In merito alle possibili soluzioni, il presidente dell’Associazione Universitaria NEA non ha dubbi: "Ad esempio concedendo all’università l’opportunità di usufruire temporaneamente dell’intera struttura del “Rosati”, nel frattempo volgano al termine i lavori per la realizzazione del tanto atteso “Triennio Biologico”, si risolverebbe il problema degli spazi. Ma seppur molto semplice questa soluzione pare che sia ostacolata dalla scarsa disponibilità di spazi della Provincia, il quale sembra interessata a collocare alcune classi dell’istituto di istruzione superiore “C. Poerio”".
Insomma oltre al problema dello spazio ci sarà da far fronte al problema della convivenza Università-scuola superiore, oltre ad eventuali suoni di campanella congiunti a schiamazzi liberatori di inizio intervallo, i quali romperanno il silenzio di una lezione di chirurgia generale (…). Insomma, quando si dice che la speranza è l’ultima a morire, se lo auspica lo stesso Carpgnano: "In attesa che qualcuno prenda a cuore questa situazione e si impegni a trovare una soluzione efficace, noi giovani, in quanto tali, continueremo a tenere aperto l’oblò della speranza".

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