Yara: è giallo sul commento anonimo su Facebook

di Roberta Calò - “A Brembate ci conosciamo tutti e tutti conoscono noi, questo ci fa ancora piu' paura”. Questo il messaggio che una ragazza ha lasciato su Facebook. La giovane ha attirato l’attenzione degli inquirenti bergamaschi che tramite la polizia postale hanno cercato di risalire ai dati anagrafici della persona e di rintracciarla per comprendere se è in possesso di informazioni che potrebbero risultare utili al corso delle indagini. La ragazza avrebbe definito Yara “la mia migliore amica” e ad una mamma di nome Kate che ha consigliato ai ragazzi sempre sul social network “di rimanere uniti quando uscite'' e ''di non dare retta a nessuno anche se lo conoscete”, avrebbe risposto: “Kate... qui ci conosciamo tutti... e tutti conoscono noi... Brembate come Gorle e' un piccolo paesino... e questo ci fa ancora piu' paura...”. Dal mondo del web giungono anche censure; la polizia postale infatti ha fatto chiudere pagine Facebook che con riferimento al caso della giovane ginnasta inneggiavano alla vendetta e alla violenza.
Strane notizie giungono anche dal sito di Wikipedia; a quanto pare un ragazzo avrebbe segnalato che mentre leggeva la trama del film "Vesna va veloce" di Carlo Mazzacurati, nel testo fossero presenti parole sparse fuori testo che ricostruite davano vita alla frase “So dove si trova il corpo di Yara contattate il numero” seguito dal numero di telefono. Il testo, ora rimosso, è al vaglio delle forze dell’ordine competenti.
Circa la zona di Chignolo d’Isola, invece, si era parlato di un censimento di animali effettuato proprio in quella zona tre settimane prima del ritorvamento; in realtà una guardia venatoria ha spiegato: “Qualcuno ha scritto che i cacciatori controllarono tutto il campo - dice l'uomo - ma non e' cosi': eravamo tutti in riga per censire le lepri ma ci siamo fermati una cinquantina di metri prima del punto del ritrovamento. Era troppo a ridosso della strada e delle aziende per poter essere frequentato dagli animali. Quindi l'abbiamo saltato”.
Il campo è stato sottoposto nella giornata di ieri ad un nuovo sopralluogo nel corso del quale sono stati raccolti pollini ed essenze arboree; se questi risultano diversi da quelli presenti sul cadavere potrebbero provare che la minore è stata uccisa in un altro luogo per poi essere abbandonata lì. Gli inquirenti intanto fanno sapere che “nella lista degli indagati non c’è nessun nome”.
A difendere il caso Gambirasio dal punto di vista mediatico, entra in ballo la crociata di Mauro Masi, direttore Rai, il quale avrebbe intimato i conduttori della sua rete a limitare o arginare gli approfondimenti sulla questione soprattutto in fascia protetta; i picchi di ascolto, infatti, non devono promuovere forme di accanimento mediatico come è stato per il caso di Sarah Scazzi. L’esperto di turno, il supertestimone, i retroscena inediti e le testimonianze in diretta sono il format ormai palesemente accertato che fa aumentare in maniera esponenziale il numero dei telespettatori favorendo la diffusione talvolta di false notizie e dando vita a conclusioni induttivamente ed erroneamente generate.
In attesa di far luce sulle reali dinamiche della vicenda per rendere giustizia ad una bambina la cui vita è stata bruscamente e tragicamente stroncata senza motivo, Don Corinno fa sapere che: “Non c'è nessuna chiesa al mondo che potrebbe contenere tutte le persone che vogliono partecipare al funerale di Yara, il luogo e la data non sono ancora stati decisi, ma senz'altro saranno celebrati all'aperto”. “Ho parlato con il sindaco e con il papà di Yara, - ha spiegato il parroco del paese - probabilmente dovremo aspettare ancora una settimana, forse dieci giorni. Nel frattempo decideremo quale sarà il luogo più adatto per una funzione alla quale parteciperanno di certo tantissime persone”. Per la data bisogna però attendere che tutte le analisi vengano portate a termine e che il ministro Letizia Ruggeri conceda il nullaosta per la sepoltura. Sempre dal mondo ecclesiastico giungono voci consolatorie; a parlare di Yara questa volta è padre Antonio Rungi, teologo morale campano il quale ha paragonato la giovane ginnasta ad un altro famoso personaggio ben noto alla religione cattolica: “Il motivo e il modo in cui è stata uccisa Yara Gambirasio mi sembra che rappresenti la terribile fine di un’altra ragazzina, Maria Goretti, che veneriamo come martire e santa della purezza e la cui storia risale ai primi del 1900”, “Provienente da una famiglia cattolica ed educata ai principi morali cristiana sicuramente di fronte al suo vile assassino ed Orco ha reagito perché non ne fosse violata la sua innocenza e la sua purezza. Chissà che l’orco assassino non sia tra le persone conosciute dalla ragazza e che davano una sicurezza alla piccola essendo persona di sua conoscenza, come, d’altra parte, fu Alessandro Serenelli nei confronti di Santa Maria Goretti. Ma costui confessò il suo crimine, si pentì, anche se espiò la sua pena. Noi accendiamo che chi ha ucciso Yara si costituisca quanto prima ai magistrati per essere giudicato e condannato, senza alcuna attenuante. Crimini del genere gridano vendetta davanti a Dio - prosegue padre Rungi - e in quanto tali devono essere espitati totalmente, perché non ci può essere perdono, né in Cielo e né sulla terra se una persona non dimostra tutta la sua sincera conversione di riparare il male fatto. Noi chiediamo a chi ha commesso questo crimine che non può essere a quanto si capisce persone di passaggio o sconosciuti della piccola Yara di confessare il suo crimine e di espirare la pena commisurata a tali omicidi che se sono stati commessi per motivi sessuali sono certamente più gravi, in quanto è stata violata l’innocenza e la purezza di una ragazzina che aveva tutto il diritto di vivere una vita tranquilla. Una nuova Maria Goretti è possibile vedere con gli occhi della fede, in Yara Gambirasio ed una nuova martire della purezza possiamo cogliere in questa creatura che ha lottato contro colui o coloro che ne volevano offendere la dignità più vera e profonda di persona. Dal cielo, questo nuovo angelo del Paradiso, pregherà per noi”.