Referendum nucleare: Legambiente si mobilita a Pulsano per il sì
di Dario Durante. Promosso dal circolo cittadino di Legambiente, si è costituito a Pulsano (Ta) il comitato referendario per sostenere il si ai quattro quesiti del 12 e 13 giugno prossimi. Obiettivo dichiarato è di sensibilizzare i cittadini alle tematiche del referendum attraverso alcuni banchetti informativi dislocati nel centro e sulla litoranea e di effettuare una petizione popolare per proporre al consiglio comunale una mozione che dichiari il paese “comune denuclearizzato”. Fino ad ora, hanno aderito le associazioni giovani delle acli, la ‘ngegna, l’alveare, movimento federalista europeo, comitato mare, il sindacato dei pensionati della cgil e i partiti di Sinistra, ecologia e libertà, Partito democratico, Alleanza per l’Italia e Rifondazione comunista.
L’invito fondamentale resta quello di andare a votare per far raggiungere il necessario quorum affinché la consultazione non sia invalidata.
Per il primo quesito, occorre votare si per dire no alla costruzione di centrali nucleari nel nostro paese: in pratica si chiede di abrogare una parte del decreto legge del 25 giugno 2008 voluto dal governo Berlusconi.
Secondo il comitato, bisogna esprimere un si anche ai restanti tre quesiti per abolire la legge sul legittimo impedimento e per evitare la privatizzazione del servizio idrico (gli acquedotti).
«La gestione privata dell’acqua, un bene primario ed essenziale per tutti i cittadini – si legge nella nota stampa del comitato – porterebbe infatti alla creazione di regimi monopolistici, disinteressati a fornire un servizio di qualità con inevitabili aumenti del prezzo della bolletta per consentire alle stesse società un guadagno adeguato».
L’invito fondamentale resta quello di andare a votare per far raggiungere il necessario quorum affinché la consultazione non sia invalidata.
Per il primo quesito, occorre votare si per dire no alla costruzione di centrali nucleari nel nostro paese: in pratica si chiede di abrogare una parte del decreto legge del 25 giugno 2008 voluto dal governo Berlusconi.
Secondo il comitato, bisogna esprimere un si anche ai restanti tre quesiti per abolire la legge sul legittimo impedimento e per evitare la privatizzazione del servizio idrico (gli acquedotti).
«La gestione privata dell’acqua, un bene primario ed essenziale per tutti i cittadini – si legge nella nota stampa del comitato – porterebbe infatti alla creazione di regimi monopolistici, disinteressati a fornire un servizio di qualità con inevitabili aumenti del prezzo della bolletta per consentire alle stesse società un guadagno adeguato».
